Licei musicali: feudalesimo o meritocrazia? Lettera

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I docenti di materie musicali della scuola media hanno fino ad ora approfittato della normativa “perennemente” transitoria delle utilizzazioni al liceo musicale: in sostanza, a causa della mancanza di specifiche classi di concorso inerenti le materie musicali del liceo, il legislatore ha optato fino ad ora per, appunto, “utilizzare” docenti formati sulla materia “Educazione musicale” e “Strumento Musicale” (rispettivamente Classe di concorso A31/32 e A77”) per sopperire alla mancanza di organico di diritto dei licei musicali.

Questi docenti, approfittando di una prima, fallace, fiducia del legislatore, hanno negli anni operato insieme a molte sigle sindacali affinché i requisiti per operare al liceo musicale divenissero sempre più stringenti e selettivi, non nell’ordine di una meritocratica valutazione dei titoli di servizio e soprattutto artistici, ma di sola e semplice cooptazione di casta: per poter lavorare al liceo era necessario aver già lavorato al liceo.

Una metodologia di reclutamento che ha contribuito negli anni a creare una vera e propria casta di insegnanti di ruolo alla scuola media, ma “utilizzata” in un ruolo non proprio e via via sempre più rintanata nella torre d’avorio del liceo musicale.

Ora però, a minacciare questa sacra nobiltà autoproclamatasi tale, giungono le orde di nuovi insegnanti, preparati, giovani ma soprattutto valutati e duramente selezionati dalle prove del Concorso Scuola 2016. Docenti, questi, con titoli di studio (quanto gli “utilizzati”, forse più) di servizio e artistici, attraverso i quali hanno ampiamente dimostrato il proprio valore.

Minacciati dai legittimi Vincitori di Concorso gli “utilizzati” (ricordiamolo, docenti di ruolo alle scuole medie, non precari o perdenti posto) si arroccano, aiutati dalla cavalleria dei sindacati mercenari, minacciando ripercussioni sulla “continuità didattica” dei licei, paventando immaginifici decadimenti della gloria dei licei musicali, qualora dovessero alle loro porte affacciarsi le temibili figure dei Vincitori di Concorso.

Questi ultimi, temprati dalle battaglie di esami scritti in terre lontane, (i pianisti della Lombardia costretti ad andare in Sicilia, spese e permessi a proprio carico, ovviamente, ad esempio); sopravvissuti a prove pratiche di esecuzione strumentale, e usciti vincitori dagli ultimi scontri degli orali, giudicati, proprio dagli “utilizzati”, come Vincitori di concorso; questi ultimi, dicevo, controbattono alle illogiche dichiarazioni degli “utilizzati”, forti delle loro larghe spalle, corazzate con dottorati di ricerca e armati dell’esperienza di anni di precariato.

La presupposta continuità didattica dei licei minacciata, secondo gli “utilizzati”, dai Vincitori di Concorso è la stessa che è stata sabotata dagli “utilizzati” alle scuole medie, durante la migrazione annuale della corte degli “utilizzati” dalla propria sede di origine (la scuola media) al liceo.

Quella stessa dis/continuità didattica della scuola media che ha costretto per anni i Vincitori di Concorso a continui pellegrinaggi in cerca di una terra promessa, mai liberata dagli “utilizzati”, che occupavano non una ma due cattedre: quella di titolarità, alle medie, e quella di “utilizzo” alle superiori.

I Vincitori controbattono alle accuse dei docenti “utilizzati” sbandierando la propria preparazione, uscita vincente dallo scontro con gli “utilizzati” avvenuto durante il Concorso.

La maestria legislativa del governo Renzi aveva infatti sfidato la logica e posto a capo delle commissioni giudicatrici proprio i docenti “utilizzati” al liceo e quindi spaventati dalle nuove assunzioni: minacciati dall’avanzare delle truppe dei giovani futuri Vincitori, gli utilizzati avevano affilato le armi e operato una dura selezione dei diretti concorrenti, alla quale solo i più forti, i Vincitori, erano sopravvissuti.

Ora, quando all’orizzonte sembra spuntare il caldo sole della meritata assunzione, i Vincitori di Concorso vedono approssimarsi il colpo di coda degli “utilizzati”. Aiutati da ciò che rimane dei sindacati mercenari, ormai asserviti a qualsiasi gruppo (grande o piccolo) che possa sostenerli, gli “utilizzati” minacciano di usare l’arma finale del CCNI sulla Mobilità, accaparrandosi il 50% delle cattedre disponibili, non senza aver messo la mano anche sui numerosi e ambiti “posti dispari”, ossia le cattedre singole che costituiscono molta parte della ricchezza dei licei musicali.

I Vincitori si preparano quindi all’ultima battaglia, stremati da anni di abilitazioni (chi dal lungo e selettivo TFA, chi dal più breve ma ugualmente valido PAS) e concorsi, ma non ancora domi; in loro aiuto l’arma del ricorso, una legione di avvocati e tanta volontà, ma soprattutto la forza del buon senso, del diritto, e della consapevolezza di essere nel giusto.

Per la meritocrazia del Concorso, contro il feudalesimo degli “utilizzati”.

Stefano Bollani

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