Lacune in grammatica, le proposte di Rossi Doria: assunzione responsabilità soggetti coinvolti, formazione docenti e apprendimento cooperativo

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Continua ad essere al centro del dibattito, relativo alla scuola italiana, la lettera dei 600 docenti universitari, che hanno denunciato le gravi lacune dei nostri studenti in ambito grammaticale.

Sulla questione è intervenuto, su doppiozero.com, anche Marco Rossi Doria, insegnante ed esperto di politiche educative e sociali e già sottosegretario all’Istruzione.

Rossi Doria evidenzia, innanzitutto, il problema relativo alla mancata assunzione di responsabilità, riguardo al problema su esposto, da parte delle nostre classi dirigenti e critica i nostalgici della scuola che fu, in quanto le condizioni sociali, economiche e familiari dei nostri alunni sono totalmente diverse da coloro i quali hanno frequentato la scuola gentiliana. Allo stesso modo, Rossi Doria non concorda con coloro i quali (accademici compresi) ritengono che le Indicazioni Nazionali vadano cambiate in quanto poco rigorose. Al contrario, Rossi Doria afferma che esse sono un esempio di ricerca di nuovo rigore nelle nuove condizioni.

La responsabilità delle lacune nella lingua madre, che presentano gli studenti italiani, non si possono attribuire soltanto alla scuola, ma anche a due altri soggetti, ossia l’Università e i Governi: “Alla prima spetta con assoluta evidenza il compito di preparare in modo appropriato la classe degli insegnanti; ai secondi spettano i compiti, ineludibili ma troppo spesso elusi di assicurare una decorosa condizione socio-economica ai docenti e, fatto per nulla secondario, di verificare la rispondenza della formazione degli aspiranti insegnanti alle funzioni che li attendono nelle aule. Per quanto riguarda l’insegnamento dell’italiano, bisogna dirlo francamente, si ignora il fatto che la preparazione universitaria degli insegnanti nell’area specifica della linguistica italiana è stata, per lungo tempo, del tutto assente e poi ha continuato ad essere assai limitata”.

Le competenze linguistiche dei docenti, prosegue Rossi Doria, sono state a lungo trascurate dalla politica, per cui si rendono necessari “esami obbligatori di lingua e grammatica all’università per chi insegnerà e con adeguati investimenti a sostegno della formazione dei docenti.”, e ancora “La riflessione sulle competenze linguistiche va posta come questione di tutte le discipline. E va potenziata l’analisi di ciò che fanno le scuole che ottengono buoni risultati nella lingua: il loro successo è la più importante lezione per battere la de-alfabetizzazione.”

I docenti contemporanei, afferma ancora l’ex Sottosegretario al Miur, hanno ” perso il monopolio delle conoscenze e dei mezzi per trasmetterle. E che deve insegnare a distinguere, scegliere, confrontare, in mezzo a un mare di informazioni complesse e contraddittorie, valutando il sapere che i propri alunni hanno acquisito in moltissimi modi, anche lontano dalla scuola. Il cruciale tema della lotta alla de-alfabetizzazione non può essere separato da tutto questo.”

Secondo Rossi Doria, dunque, il problema va affrontato nelle sue diverse sfaccettature e con l’assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti: politica, università, scuola e famiglie.

Quali le possibili soluzioni? Una maggiore attenzione alla formazione dei docenti relativamente alla formazione linguistica, nuovo patto tra adulti (scuola e genitori, che non devono sempre e solo difendere i propri figli) e nuovi metodi di insegnamento, fondati sulla valorizzazione della “ricerca, il laboratorio, etc. con al centro il gruppo di ragazzi che lavorano in modo cooperativo. Perché si impara meglio e anche perché non si può più contare sul vecchio principio di autorità che era la base della scuola che fu.”

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