Invalsi: costa quasi 22 milioni di euro, ma sono i docenti che devono somministrare e correggere i test

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In Italia si parla sempre degli Enti inutili da chiudere, uno di questi è certamente l’INVALSI. Ente che avrebbe scopi chiari ed enormi da perseguire ma che non ha il personale a sufficienza per perseguirlo.

Nei bilanci dell’INVALSI si continua a leggere che “la pianta organica già assegnata all’Istituto con DPCM del 22/01/2013, è del tutto insufficiente per adempiere alle nuove funzioni che la legge assegna all’INVALSI. È dunque importante rimarcare come il fabbisogno così quantificato e articolato non sia in alcun modo il frutto di un aumento delle esigenze di personale a parità di funzioni quanto la conseguenza delle nuove importanti funzioni istituzionali assegnate all’Istituto dal Regolamento sul sistema nazionale di valutazione (DPR n. 80/2013) che è stato concretamente avviato a partire dall’a.s. 2014-2015 con la Direttiva ministeriale 18 settembre 2014, n. 11.” Ad oggi risulta una pianta organica con 29 lavoratori e con una vacanza di 13 figure.

Il funzionamento annuo a regime dell’INVALSI richiede un finanziamento complessivo pari a 21.840.000,00 euro di cui 15.960,00 per il proprio funzionamento ordinario e la realizzazione delle attività istituzionali e di 5.880.000,00 per la realizzazione delle attività di ricerca. Il canone annuo di locazione per la sede corrisponde all’importo di euro 327.979,29 .

Una macchina costosa, che opera spesso con incarichi e collaborazioni esterne, che ricorre a diverse assegnazioni di progetti ecc, basta pensare che l’affidamento del servizio di editing, stampa, allestimento dei materiali relativi alle prove da somministrare in sede di esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2016/2017 costa circa 205 mila euro. Ente inutile perché oltre a non avere l’organico a sufficienza per svolgere le proprie funzioni, con la solita furbizia all’italiana, cosa ha deciso il nostro democratico Stato, rispettoso dei diritti dei lavoratori? Di scaricare, in modo illegittimo, tutte le incombenze relative alla somministrazione, correzione, tabulazione di quelle ultra-contestate prove, al personale scolastico, che lavora gratis per svolgere attività che non dovrebbero certamente svolgere costoro. Guardando alle temute valutazioni esterne di cui tanto si è parlato e discusso nelle nostre scuole, quale la situazione reale?

Quante sono quelle effettivamente possibili da conseguire con la situazione attuale? Si legge nel sito dell’Invalsi che “il dimensionamento delle spese connesse al funzionamento, a regime, del SNV fa comunque riferimento ad un’attività di circa 800/900 valutazioni esterne, per anno, di singole istituzioni scolastiche, per la quale si possono prevedere due diverse strutture organizzative:1) Team a tempo pieno: 75 team che svolgono 10 – 15visite su singole scuole in un anno (soluzione preferibile); in subordine:2) Team a tempo parziale: 200-350 team che svolgono 4- 5 visite in un anno. E noi ci riteniamo un Paese serio?

Stiamo parlando del nulla in un Paese che conta oltre 33 mila edifici scolastici e con oltre 8 mila istituzioni scolastiche. Un Paese serio, appunto, si dovrebbe non più interrogare sul senso dell’INVALSI, ma dopo oltre dieci anni di tentativi riusciti in cattivo modo, attivarsi per chiudere questa pagina inutile che continua a creare continui contenziosi e malumori e contrasti nel mondo dell’istruzione italiana, e destinare quelle risorse al miglioramento complessivo dell’istruzione pubblica italiana che continua a lamentare significative sofferenze.

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