Insegnanti precari abilitati chiedono inserimento in GaE. Concorso oneroso per lo Stato. Lettera

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Gli insegnanti precari in servizio nella scuola pubblica italiana da anni e con contratti annuali ormai abilitati all’ insegnamento ci opponiamo con tutte le nostre forze a questo nuovo concorso a cattedra 2016 e chiediamo l’inserimento in GAE (graduatoria ad esaurimento)..

Gli insegnanti precari in servizio nella scuola pubblica italiana da anni e con contratti annuali ormai abilitati all’ insegnamento ci opponiamo con tutte le nostre forze a questo nuovo concorso a cattedra 2016 e chiediamo l’inserimento in GAE (graduatoria ad esaurimento)..

Dopo tanti sacrifici sia psicofisici che economici, abbiamo conseguito, l'agognato titolo "abilitante", e possiamo, finalmente essere inseriti nella seconda fascia delle GI ma in realtà è cambiato molto poco visto che il MIUR, nell’ambito del riordino della formazione iniziale per accedere all’insegnamento previsto dalla legge 107/2015 (così detta “Buona Scuola”), indice un concorso per soli abilitati volendo selezionare gli "insegnanti migliori", già ampiamente valutati dallo Stato con esami, scritti ed orali, tirocinio (per i colleghi abilitati tramite TFA) e tesi finale con relativa discussione davanti ad una commissione del MIUR.

Un concorso bandito in tutta fretta senza ascoltare le richieste di noi insegnanti precari e degli insegnanti in generale che ogni giorno, da anni, portano avanti, tra mille difficoltà, la scuola italiana. Una forma di reclutamento che valuterà conoscenze e non abilità e competenze, che vanno acquisite e costruite nel tempo e che nel nostro caso sono state valutate durante i percorsi abilitanti (PAS e TFA). Un ulteriore prova per ottenere l'immissione in ruolo che se tutto va bene, avverrà nell’arco di tre anni, su un ambito territoriale e per un numero di posti talmente esiguo che potrebbe portare ad una mancanza di docenti nei prossimi anni senza risolvere il problema del precariato in Italia.

Ci chiediamo con quale criterio si siano cambiate le regole, senza tener conto della situazione in atto, senza prevedere una fase transitoria, senza prevedere alcuna tutela per chi da anni lavora nella scuola ed ha conseguito, con molti sacrifici, un abilitazione. Questo concorso mette in difficoltà chi aveva fatto progetti di vita, pensando che l’esperienza maturata sul campo ed i percorsi abilitanti avrebbero portato alla stabilizzazione; chi ha messo su famiglia, ha deciso di mettere al mondo un figlio, di comprare una casa.

Il governo non assume su posti vacanti e fa abuso da anni di supplenti. Comportamento per il quale è stato condannato dall’Europa!

Questo concorso è iniquo: esclude i laureati che non hanno ancora avuto la possibilità di conseguire l’abilitazione, ma che spesso insegnano da anni, essendo inseriti nelle graduatorie di terza fascia ed i docenti di ruolo che volessero concorrere per l'insegnamento su un'altra classe di concorso ed arricchire la propria esperienza professionale.

Questo concorso è inutilmente oneroso per le casse dello stato. Perché non utilizzare le risorse destinate al concorso per migliorare la qualità delle nostre scuole e della didattica.

Un gruppo di insegnanti precari molto delusi.

Monica Russo, Maria Grazia Palermo, Tiziana Raso

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