Inizio anno scolastico con molte novità, ma la “supplentite” non diminuisce

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Oltre 8 milioni e mezzo di studenti, fra scuola statale e paritaria, cominceranno le lezioni la prossima settimana.

L’anno scolastico comincia con molte novità.

Prima di tutto la legge sull’obbligo vaccinale: sono diventate 10 le vaccinazioni obbligatorie richieste a bambini e ragazzi fino ai 16 anni. L’inadempienza comporterà l’esclusione solo dagli asili, non da scuole elementari, medie, superiori e scuole professionali. Le scuole avranno un forte ruolo di controllo: entro dieci giorni, il dirigente scolastico è infatti tenuto a segnalare il nominativo del bambino non vaccinato all’Azienda Sanitaria competente, affinché i genitori adempiano all’obbligo vaccinale.

Altra novità è il liceo breve: il percorso delle Superiori ridotto a 4 anni. Fino a oggi 12 scuole hanno sperimentato percorsi quadriennali sulla base di progetti di istituto autorizzati di volta in volta dal Ministero. Ora parte una sperimentazione nazionale in 100 classi coinvolgendo licei e istituti tecnici. Si inizierà nel 2018-19, ma dal 1 al 30 settembre le scuole potranno fare domanda. Potrà essere attivata una sola classe per istituto partecipante (possono candidarsi scuole statali e paritarie). Un’apposita commissione tecnica valuterà le istanze pervenute (dovrà essere tutto pronto per le iscrizioni a gennaio-febbraio 2018).

Nuovo esame di terza media al debutto quest’anno. Il prossimo giugno le prove scritte scenderanno da cinque a tre, più il colloquio orale. Si darà più valore al percorso scolastico. Sono previste una prova di italiano, una di matematica, una sulle lingue straniere, un colloquio per accertare le competenze trasversali, comprese quelle di cittadinanza. Il test Invalsi (la prova nazionale standardizzata) resta, ma si svolgerà nel corso dell’anno scolastico, non più durante l’esame. E per la prima volta riguarderà non più solo matematica e italiano, ma anche l’inglese.

E’ ormai imminente la pubblicazione del bando di concorso per 2.000 posti da dirigente scolastico, che fino all’anno scolastico 2018-2019 non si sarà in grado di coprire i posti scoperti. L’anno che sta per iniziare, secondo i sindacati, vedrà il record di reggenze: circa 1.700 istituti saranno assegnati a un dirigente non di ruolo.

Anche nell’anno scolastico appena avviato ci saranno almeno 100 mila supplenti nelle aule, secondo le stime dei sindacati. Cattedre vuote soprattutto al Nord. I buchi riguardano essenzialmente i professori di matematica, di sostegno e di lingue. Delle 52 mila assunzioni annunciate ad agosto – spiegano – ne sono state portate a termine solo 30 mila. Mancano dunque 22 mila docenti all’appello. A questi vanno aggiunte 15 mila cattedre che dovevano passare dall’organico di fatto a quello di diritto, ma che non sono state autorizzate dal Mef e le circa 40 mila deroghe del sostegno stimate dall’ Osservatorio dei diritti della scuola. Da sommare pure circa 10 mila docenti che occupano gli spezzoni di cattedra e alcune migliaia di prof che chiederanno part-time o congedi.

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