Immissioni in ruolo sostegno: zero posti in molte regioni. Concorso inutile se graduatoria decadrà

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Comunicato docenti vincitori di concorso 2016 sui posti di Sostegno per la scuola secondaria di secondo grado

l Miur comunica l’informativa tanto attesa sul contingente disponibilità per le immissioni in ruolo 2016/2017. Solo freddi numeri in apparenza, racchiusi in una tabella Excel a più colonne: eppure, quelle cifre rappresentavano speranze, progetti, desideri, dopo il lungo tempo del sacrificio, della rinuncia, dello sforzo. Per i vincitori di concorso della classe di concorso Sostegno secondaria di secondo grado di gran parte d’Italia, quei numeri si sono trasformati in una doccia gelata, in una delusione cocente, in vero e proprio sgomento.

Zero disponibilità per le immissioni in ruolo in Liguria, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Umbria, Lazio, Basilicata, Puglia. 1 sola disponibilità in Campania, Calabria, Sicilia. Uniche disponibilità in Lombardia, Piemonte, Friuli, Sardegna.

Le cause di tale paradossale situazione sono ancora tutte da ricercare ed accertare, sebbene la principale indiziata sia la mobilità straordinaria concessa dalla Legge 107/2015 che, al comma 108 riguardante i trasferimenti interprovinciali riporta: “tutti i posti vacanti e disponibili per l’a.s. 2016/17, tolti quelli accantonati per gli assunti in fase B e C, vengono messi a disposizione per la mobilità”.

Cosa ha implicato ciò? “Solo se ci saranno posti disponibili dopo tutte le fasi della mobilità, tali posti saranno disponibili per le assunzioni”. Alla luce di questo, i posti non sono stati “accantonati” per il concorso bandito, sono andati tutti alla mobilità lasciando, di fatto, i vincitori senza posti.

Ecco, dunque, cosa potrebbe essere accaduto. A questo si aggiunge, poi, un altro elemento rilevante: per l’a.s. 2016/2017 le immissioni in ruolo su sostegno autorizzate dal MEF sono state (complessivamente) 7.221, mentre su posto comune erano state inizialmente autorizzate 25.198 assunzioni. Al 7 Settembre, però, i posti comuni autorizzati sono stati diventati 22.499: la differenza, di ben 2.699 posti, è formata dai passaggi da sostegno a materia. Posti comuni in meno, posti di sostegno che non aumentano, semplicemente perché il MEF non ha autorizzato le immissioni su quei 2.699 posti di sostegno, lasciati liberi dai passaggi su disciplina.

Resta il paradosso, però, che la situazione “Zero posti” oltre alle Regioni del Sud interessate dalla massiccia mobilità (prevedibile), abbia riguardato anche molte Regioni del Centro-Nord che, con tutta probabilità, saranno a brevissimo interessate da un forte esodo di docenti di ruolo (che potranno chiedere l’assegnazione provvisoria).

Inoltre, è necessario evidenziare come, in tutta Italia, solo nello scorso anno si sono riscontrati enormi carenze di organico sul sostegno, al punto che le scuole sono state costrette a ricorrere sistematicamente al personale non specializzato di terza fascia. Una situazione di vera e propria emergenza che continuerà ancora per l’anno scolastico che si appresta a iniziare: “Zero posti” per il ruolo, infatti, non implicano che i posti disponibili per il Sostegno siano nulli, tutt’altro.

In tal senso, il punto cruciale è l’enorme disparità tra “Organico di diritto” (valido per le immissioni in ruolo) e l’”Organico di fatto” (su cui si assegnano le supplenze annuali). Finchè ciò accadrà, sarà impossibile garantire la necessaria continuità didattica agli studenti con disabilità, a danno del loro diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione, dalla Legge 104/92 e dalla Convenzione Onu 2006. Per risolvere il problema basterebbe adeguare gli organici, basterebbe fotografare la reale necessità in termini di fabbisogno, guardando alla situazione attuale.

Paradossale, però, che questo scenario – già noto in precedenza – si confermi anche in presenza di “freschi” vincitori di concorso, alla luce di una previsione di posti da parte del MIUR spalmati in tre anni che, neppure nelle più funeste previsioni, avrebbe fatto ipotizzare disponibilità nulle nella maggior parte delle Regioni italiane nel primo anno di vigenza delle graduatorie. Un esempio su tutti: chi garantirà che gli 86 posti banditi in Toscana vengano assorbiti nei prossimi due anni se nell’a.s. 2016/2017 i posti disponibili sono zero? Il discorso è analogo, poi, in quasi tutte le altre Regioni, eccetto le poche già citate.

Chi risarcirà i vincitori non assunti per questo “anno perso” a causa degli “Zero posti” qualora la GM dovesse decadere al termine del triennio di vigenza?

La responsabilità non può essere certo attribuita ai vincitori che, in molti casi, hanno scelto di concorrere in determinate Regioni piuttosto che in altre basandosi proprio sul numero di posti banditi: a conti fatti, invece, i posti sono oggi presenti solo in alcune province Piemontesi (ma non a Torino), Lombarde e Friulane, con un’alta concentrazione anche in Sardegna e, in particolare, a Nuoro, con il risultato che – in tali Regioni – i vincitori sono nettamente inferiori rispetto al numero dei posti banditi. A Roma, zero posti, così come Bologna, Firenze, Venezia, Napoli, solo per citare le città più grandi.

Di certo tale situazione non poteva essere prevista dai vincitori di concorso che negli scorsi mesi (dall’uscita del bando a Febbraio, passando per gli scritti di Maggio e gli orali di Agosto) hanno sacrificato le proprie vite per potersi adattare ai ritmi forsennati imposti dalla “macchina concorsuale”, pur di terminare le procedure in tempo per le immissioni in ruolo di Settembre che a più riprese erano state “garantite”.

Una beffa: a conti fatti, l’esito è stato agghiacciante, come in un sadico gioco dell’Oca, con la penalità di restare fermi un turno, che coincide con un lungo anno delle proprie vite ancora sospese, e con l’angosciante timore che – nei successivi due anni – tale situazione possa ripetersi, con il rischio di decadenza della GM al termine del triennio.

Intanto, gli stessi docenti vincitori di concorso saranno costretti ad aspettate in allerta le chiamate per le supplenze annuali perché, si sa, sono “esemplari rari” e la loro presenza è fondamentale per le scuole a fronte di una carenza cronica di personale specializzato sul sostegno.

Paradossale che proprio loro dovranno essere considerati ancora precari, seppur vincitori di un concorso che, nel caso del sostegno secondaria secondo grado, si è rivelato una tremenda beffa.

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