Handicap e oneri connessi: 8 marzo, una volta l’anno

Di Lalla
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inviato da Paolo Fasce – Apprendiamo dalla stampa del "giro di vite" che il Ministro Brunetta intende attuare nei confronti dei diritti sanciti dalla Legge 104/92.

inviato da Paolo Fasce – Apprendiamo dalla stampa del "giro di vite" che il Ministro Brunetta intende attuare nei confronti dei diritti sanciti dalla Legge 104/92.

Tale legge garantisce ai familiari di persone handicappate la fruizione di permessi di astensione dal lavoro che consentono alle famiglie gravate di questi oneri di affrontarli nel miglior modo possibile.

Vorremmo dire "disabili" o "diversamente abili", ma usiamo una vecchia nomenclatura per richiamare l’attenzione su un problema davvero sostanziale.

Il Ministro Brunetta effettua la seguente osservazione: i dipendenti pubblici usufruiscono di questi permessi in maniera sette volte superiore a quella dei dipendenti privati.

Molti di noi, insegnanti di sostegno del Comitato Precari Liguri della Scuola, osservano il fenomeno da un punto di vista privilegiato per capire cosa succede nella realtà quotidiana, in quanto con queste famiglie collaboriamo.

Abbiamo una società che riversa verso la famiglia, in particolare verso la donna, tutti gli oneri connessi alla maternità e all’assistenza familiare. E’ sulle donne che, dopo gli oneri della maternità, grava l’onere della badanza dei propri genitori anziani e, pure, di quelli del proprio marito. Non sorprende (fonte Radio24, ore 12.30 di lunedi’ 8/3) il fatto che una donna su tre, dopo aver partorito, non rientra al lavoro, essendo schiacciata dai vincoli familiari e per nulla supportata dalla socialita’ generale che dovrebbe produrre servizi svedesi.

In un contesto sociale e culturale di questo tipo, abbiamo due tipologie contrattuali. Quella del dipendente pubblico e quella del dipendente privato. Il primo usufruisce dei permessi di legge garantito
dal diritto. Il secondo, temendo ritorsioni sulla sua carriera, se uomo, non chiede i permessi (ci penserà la moglie), se donna fa i salti mortali.

Il problema, pertanto, non è quello di avvicinare il numero di permessi dei dipendenti pubblici ai dipendenti privati, ma è quello opposto: trovare soluzioni che consentano ai dipendenti privati di fruire dei
loro diritti.

L’alternativa e’ quella di costruire servizi pubblici, welfare, socialità diffusa, capace di soddisfare i bisogni collettivi con l’attenzione che si deve alle persone piu’ disagiate.

Questa è un’alternativa sfidante e propria di Governi di qualità.

E’ del tutto evidente che, a prescindere dalle considerazioni di cui sopra, abusi sul tema, e cioe’ permessi di lavoro per un familiare handicappato non veramente handicappato, vanno tenacemente perseguiti.

In attesa di un welfare siffatto, gl insegnanti del Comitato Precari Liguri della scuola, a partire dagli insegnanti di sostegno, si uniscono alle famiglie dei disabili a tutela dei più deboli, nell’ottica della poesiola che segue.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c´era rimasto nessuno a protestare.

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