Gli adolescenti trasgrediscono le regole stradali se conviene

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Gli adolescenti e la guida: è lecito trasgredire le regole stradali assumendo condotte a rischio in caso di necessità.

Lo pensa la maggior parte degli under 18. E’ quanto è emerso dalla ricerca scientifica, condotta dal Dipartimento di Psicologia della Sapienza Università di Roma, connessa al progetto Icaro, la campagna di sicurezza stradale della Polizia di Stato rivolta ai giovani delle scuole di ogni ordine e grado, presentata a Roma.

Le risposte ai quesiti che hanno coinvolto circa 10.000 studenti (ma anche oltre 4.000 genitori) di 234 istituti scolastici d’Italia hanno messo in evidenza che “i giovani conoscono le regole stradali ma osservano le norme quando gli conviene, tanto che, per esempio, 8 ragazzi su 10 dichiarano di essere disposti a correre oltre i limiti di velocità se in ritardo per raggiungere gli amici a una festa“. E ancora: 6 ragazzi su 10 dichiarano di essere disposti ad utilizzare il telefono senza l’auricolare; 6 ragazzi su 10 dichiarano di poter continuare a guidare in condizioni di stanchezza psicofisica; 6 ragazzi su 10 si dichiarano disponibili a non rispettare le distanze di sicurezza.

Il 98,6% dei ragazzi di fronte a situazioni di ‘lievi’ provocazioni sulla strada dichiara di arrabbiarsi mediamente (31,1%) e moltissimo (67,5%). Inoltre, il 94,2% dei ragazzi si dice mediamente (59,7%) e molto (34,6%) preoccupato rispetto a situazioni specifiche di guida.

Dopo aver partecipato alle attività di Icaro, gli studenti sono stati infatti sottoposti a nuovi test e si sono mostrati più sensibili nei confronti dei rischi: i ragazzi delle scuola secondarie di secondo grado diminuiscono la rabbia mentre aumentano la preoccupazione rispetto ai pericoli stradali.

Negli atteggiamenti migliorano quelli riferiti all’uso di sostanze psicoattive (minore tolleranza), e meno tollerano le trasgressioni del Codice della strada. Si notano delle differenze anche nell’attribuzioni di responsabilità riguardo gli incidenti: gli studenti dimostrano convinzioni meno fatalistiche e riconoscono più frequentemente la responsabilità del guidatore nel causare incidenti.

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