Genitori rifiutano docente depressa. Se il preside non tutela la salute del docente

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Siamo a inizio anno scolastico e la polvere nascosta sotto il tappeto torna a farsi vedere.

Siamo alle prese con un dirigente che evita i problemi non sapendo che, questi, si ingigantiscono nel tempo e tornano a bussare con maggior veemenza. Una docente stava già male l’anno precedente e, il periodo di “convalescenza” estiva non è bastato a resettare la psiche della maestra. L’utenza entra in allarme ed è decisa a proteggere i propri figli che, sostengono i genitori, hanno diritto alla “continuità didattica”. Cosa fare? Quali iniziative intraprendere? Intervenire a gamba tesa poiché il tempo stringe, o adottare un approccio più soft con un capo d’istituto che fa ostinatamente orecchie da mercante? Forse l’aiuto può venire da chi mastica per mestiere questi problemi e, trovata la pagina www.facebook.com/vittoriolodolo sul web, mi lanciano un appello.

Gentile dottore, sono la madre di una alunna della V elementare e le scrivo a nome anche di altre 18 mamme. Mi rivolgo a lei chiedendo un parere/consiglio su una situazione incresciosa causata dalla Preside del nostro circolo che ha pensato di sostituire l’Insegnante di matematica con un’altra docente che soffre di depressione. Questa maestra ha trascorso un anno scolastico in malattia per poi rientrare ed essere affiancata da altra insegnante ma, finora, sempre con l’incarico di materie minori quali musica. Ora siamo nello sconcerto totale. Con tutta la solidarietà e la discrezione possibile ci siamo rivolte alla preside per chiedere di dare continuità formativa lasciando la stessa docente dello scorso anno e manifestando le nostre forti preoccupazioni per l’apprendimento della matematica. Siamo preoccupate e turbate dal comportamento della povera maestra che è solita addormentarsi in classe e, non sapendo gestire gli alunni, spesso li impegna in copiosi dettati. Inoltre tra i bambini è risaputo che la maestra soffre di depressione e questo fatto turba noi mamme. La preside ha risposto picche. Dice di non potersi esporre per non rischiare denunce e bisogna aspettare l’andamento dell’anno scolastico per capire se questa maestra sia in grado o meno di insegnare. Noi non ci stiamo. Intanto la stessa maestra ha inviato già un certificato di malattia. Si prevede un balletto di supplenti, nel migliore dei casi. Potrebbe consigliarci sul da farsi? quali strumenti abbiamo per tutelare i nostri figli e nel contempo la maestra? Possibile che dobbiamo subire questo atteggiamento indisponente della Preside? Abbiamo addirittura saputo che la maestra è stata convinta ad accettare questo ruolo. La scuola inizia domani, abbiamo pensato di non far entrare i bimbi in classe per manifestare il nostro disappunto e nel frattempo abbiamo richiesto i 19 nullaosta per il trasferimento ma senza mai citare la motivazione reale, per cautelarci da denunce, e adducendo la richiesta di una continuità formativa con la stessa docente del IV anno. Potrebbe darci dei suggerimenti? Siamo nell’ angoscia. Scusi la lungaggine e la ringrazio fin ad ora per la disponibilità.

E’ tutt’altro che raro imbattersi in una situazione simile, proprio perché le malattie professionali degli insegnanti sono all’80% psichiatriche. Di queste la stragrande maggioranza è di tipo ansioso-depressivo come nel caso in esame. E’ invece insolito che la diagnosi sia di pubblico dominio tra genitori e alunni, indice che il trattamento dei dati sensibili del lavoratore è decisamente a rischio di violazione della privacy. Tuttavia la sintomatologia della maestra è manifesta, eloquente e di facile interpretazione per genitori e alunni che la vedono addormentarsi in classe. La dirigente è finora ricorsa a piccoli espedienti per tamponare la situazione (assegnazione di materie minori e affiancamento), ma la situazione si è aggravata irrimediabilmente fino a far ipotizzare un’azione dimostrativa dei genitori col sabotaggio del primo giorno di scuola. Perché il dirigente non interviene coi mezzi a disposizione? Verosimilmente perché non li conosce oppure ha il timore – come lei stessa sostiene – di essere denunciata per mobbing. In effetti le domande cui il capo d’istituto deve rispondere nella circostanza sono tantissime: Posso mandare ad accertamento medico d’ufficio il docente che non ne fa richiesta o addirittura vi si oppone?; E’ sufficiente un periodo più o meno lungo di assenze per disporre un accertamento medico d’ufficio nei confronti di un dipendente?; E’ possibile sospendere cautelativamente il docente in attesa che la CMV convochi la maestra a visita?; Si deve scrivere una relazione di accompagnamento sul docente al Collegio Medico di Verifica?; Si può indicare nella relazione medesima la diagnosi della patologia di cui si dice essere affetta la maestra? Si possono allegare alla relazione per la CMV documenti quali le lettere di lamentela dei genitori o i certificati medici presenti nel fascicolo personale? Non converrebbe sentire prima l’opinione e la testimonianza dei colleghi? E convocare i familiari della maestra, magari dopo aver telefonato al suo medico curante per sapere se la situazione è davvero grave? E’ forse meglio procedere con la richiesta di una visita ispettiva o richiedere un trasferimento per incompatibilità ambientale? E via discorrendo…

Chi fornisce le risposte a tutti i suddetti quesiti? Dovrebbe farlo il MIUR che ha il compito (anche per esserselo dato 20 anni fa col DM 382/98) di formare i dirigenti scolastici in materia di tutela della salute dei lavoratori. Invece a oggi non esiste nulla di tutto ciò, nemmeno in sede di formazione al concorso per ottenere la dirigenza, lasciando l’insieme delle innumerevoli incombenze medico-legali alla libera interpretazione e applicazione dei capi d’istituto.

Di certo oggi sappiamo che la tutela della salute dei docenti è disciplinata dall’art.28 del DL 81/08, che prevede il monitoraggio e la prevenzione dello Stress Lavoro Correlato, che non sono stanziati i fondi per fare ciò e soprattutto non esiste alcun controllo da parte del MIUR su chi e come osserva la norma. Anche per questo motivo è stato necessario realizzare un corso online per docenti e dirigenti in cui illustrare diritti e doveri nella tutela della salute dei lavoratori in ambito scolastico (chi fosse interessato può chiedere il programma del corso direttamente a [email protected]).

Cosa dunque consigliare ai genitori preoccupati? Suggerirei loro di chiedere un colloquio col preside (mettendo in copia conoscenza il rispettivo USR) illustrando per iscritto la situazione e avanzando le richieste di tutela della salute per la maestra e dell’incolumità per la comunità scolastica ai sensi della norma vigente: 1) avviare l’accertamento medico d’ufficio per la maestra con eventuale ricorso alla sospensione cautelare; 2) attivare la formazione del corpo docente sulle malattie professionali e sui diritti/doveri dei lavoratori per la tutela della salute; 3) effettuare ricognizione e monitoraggio del livello di Stress Lavoro Correlato degli insegnanti.

Senza formazione resteremo all’anno zero per ciò che riguarda la tutela della salute degli operatori in ambiente scolastico. L’uso degli smartphone in classe e la riduzione del numero di anni del ciclo di studi sembra essere più appassionante, al punto da prendere il sopravvento su tutto.

www.facebook.com/vittoriolodolo

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