Gender. Polemiche sulla nomina del nuovo ministro Fedeli

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La nomina del ministro dell’Istruzione nel nuovo governo targato Gentiloni preoccupa l’ala cattolica contraria dichiaratamente alla cultura del gender.

“La Giannini è stata rimossa perché non aveva santi in Paradiso e anche per fare spazio alla senatrice che ha firmato la proposta per l’introduzione di una cultura gender nelle scuole: non c’è mai fine al peggio”. Lo ha detto intervenendo nell’aula della Camera, la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“La nomina di Valeria Fedeli, il cui orientamento culturale a favore dell’identità di genere ad ispirazione Gender è ben noto, non può che essere letto come l’ennesima offesa nei confronti del popolo del Family Day” ha affermato Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli. “Questa scelta ha chiaramente i toni della provocazione, se non della vendetta, verso le Famiglie del Comitato per il No, colpevoli di aver vinto il referendum, bloccando una pericolosa deriva autoritaria nella quale erano già in programma disegni di legge contro la famiglia naturale e il diritto dei bimbi ad avere mamma e papà”.

“Comprendo e condivido pienamente il malessere e le forti preoccupazioni manifestate dal popolo del Family Day all’indomani del giuramento del governo Gentiloni, in merito alla nomina a ministro dell’Istruzione di Valeria Fedeli, conoscendo le sue posizioni in materia di identità di genere e le sue iniziative finalizzate a introdurre l’ideologia gender nella scuola, come dimostra il disegno di legge depositato al Senato a sua firma” ha poi scritto sul suo profilo Facebook anche l’assessore alle Culture di Regione Lombardia, Cristina Cappellini.

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