Formulazione PEI e PDP – Responsabilità del medico Neuropsichiatra infantile nella previsione della probabile condotta dell’allievo all’interno della comunità scolastica.

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Una delle maggiori difficoltà da parte delle istituzioni scolastiche è da registrarsi nell’accoglienza degli allievi con manifestazione di aggressività.

Sia in presenza di patologie che in assenza di esse, la responsabilità didattica ed educativa non può ricadere solo ed esclusivamente sulla comunità scolastica.

Il patto educativo di corresponsabilità esplicita in modo chiaro ed inequivocabile che (il compito della scuola, pertanto, è quello di far acquisire non solo competenze, ma anche valori da trasmettere per formare cittadini che abbiano senso di identità, appartenenza e responsabilità .
Al raggiungimento di tale obiettivo è chiamata l’autonomia scolastica, che consente alle singole istituzioni scolastiche di programmare e condividere con gli studenti, con le famiglie, con le altre componenti scolastiche e le istituzioni del territorio, il percorso educativo da seguire per la crescita umana e civile dei giovani – Nota 31 luglio 2008 Prot n. 3602/P0).

Quindi la presa in carico degli allievi con manifestazione di aggressività è globale ed integrata con la formulazione del PEI (Piano Educativo Individualizzato) e del PDP (Piano Didattico Personalizzato) attraverso la piena collaborazione delle istituzioni scolastiche e sanitarie del territorio.

In presenza di alunni con disabilità, il diritto allo studio si realizza attraverso il processo dell’integrazione scolastica, che (prevede l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di sostegno, alle quali concorrono a livello territoriale, con proprie competenze, anche gli Enti Locali e il Servizio Sanitario Nazionale).

Alla formulazione e stesura del PEI e del PDP concorrono figure specialistiche con competenze e responsabilità differenti in ambito scolastico e sanitario.

Le strutture sanitarie territoriali hanno specifiche funzioni di valutazione di situazioni neuropsichiatriche o a rischio, diagnosi, elaborazione del progetto assistenziale e presa in carico.

Il D.M. 24 aprile 2000 Adozione del progetto obiettivo materno-infantile relativo al «Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000» al comma 8 assistenza neuropsichiatrica in età evolutiva riporta (la grande varietà delle situazioni cliniche e dei bisogni di salute dei pazienti neurologici e psichiatrici di quest’età comportano un ulteriore sforzo degli operatori sanitari e non sanitari a tutti i livelli, al fine di superare le barriere residue, culturali e professionali tradizionali, che ancora siano presenti. Infatti, molto di più che in altre aree di intervento (di prevenzione, di diagnosi, di cura, di riabilitazione), è indispensabile un approccio multidisciplinare fortemente centrato sugli specifici bisogni del minorenne nello spirito di una più fattiva integrazione professionale.

Obiettivi generali sono: prevenzione, diagnosi precoce, cura e riabilitazione dei disturbi neurologici, psichiatrici, psicologici e neuropsicologici dell’età evolutiva.

A sua volta tale équipe deve poter operare in stretta vicinanza con le strutture e gli operatori dell’area pediatrica e la rete dei servizi socio assistenziali ed educativi. Obiettivo generale dev’essere quello di ridurre quanto più possibile l’handicap, cioè la risultante del percorso diagnosi-cura-riabilitazione della disabilità.

Particolare impegno deve essere rivolto, da parte dei servizi di I livello, alle strategie di prevenzione attraverso l’individuazione dei fattori di rischio prevalenti a livello distrettuale e sovradistrettuale e alla valorizzazione dei fattori di protezione per la salute mentale dei soggetti in età evolutiva).

Nella verifica del PEI e del PDP è fondamentale aprire un’attività di monitoraggio continuo tra gli apprendimenti curricolari e i fattori di rischio prevalenti.

L’attività di monitoraggio deve poter trovare riscontro concreto nel PAI (Piano annuale per l’inclusività) “lo strumento che deve contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati” nota ministeriale prot.1551/2013.

L’obiettivo è la collaborazione fattiva con le istituzioni scolastiche, le famiglie e le unità sanitarie territoriali per l’inserimento e l’integrazione degli alunni nelle scuole di ogni ordine e grado.

Giuseppe Argiolas

Direttivo Nazionale

CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno)

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