FederATA: anche supplenti ATA meritano ruolo

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Spett/le Ministro Sen. Fedeli,

anche quest’anno chiediamo che vengano immessi in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili i nostri precari ATA che tanto si sono prodigati per il buon funzionamento della scuola statale in modo da offrire all’utenza il servizio che le spetta.

Notiamo con amarezza che tutti si sono prodigati per ottenere le assunzioni del personale docente in un balletto di cifre estenuante che ha visto i tecnici del M.E.F e del M.I.Ul.R lavorare insieme “per giungere a una corretta definizione del contingente” da stabilizzare “tenendo in considerazione tutti i parametri e gli elementi di valutazione a disposizione”.

Da sempre diciamo, come Lei ha fatto notare recentemente, che non ci sono grandi risparmi se non si stabilizzano i precari perché si devono considerare anche le varie indennità disoccupazione NASPI e gli stipendi per 10 mesi annuali circa dei supplenti, ormai entrati in ruolo, che non si pagheranno più; purtroppo però tutte le discussioni che si sono succedute non hanno minimamente riguardato il personale ATA.

Questi proclami fatti anche da vari esponenti politici di più schieramenti riguardano sempre e solo i docenti, come se gli ATA non esistessero, come fossero figli di un “Dio minore”, ma se l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro si devono considerare tutti i vari attori coinvolti nella scuola perché tutti servono, anche se in maniera diversa, e perché la “Legge è uguale per tutti” o, almeno, così è scritto nelle aule dei tribunali.

Inoltre l’Europa ha più volte “bacchettato” il nostro Paese in merito alla mancata soluzione del precariato lavorativo e molti soldi sono stati spesi in seguito a molteplici cause perse.

Rimanendo in Europa, vorremmo inoltre chiarire che la Finlandia e altri Paesi, che sono presi ad esempio da qualche nostro politico come modello da seguire, hanno prima di tutto popolazioni, usanze e territori diversissimi rispetto a noi e hanno comunque impiegato anni per attuare le loro riforme scolastiche introdotte in modo graduale dopo aver veramente ascoltato tutte le parti in causa e accolto le loro richieste.

Purtroppo in Italia nel 2019 andrà a regime il comma 131 della L. 107/2015 per cui i nostri precari ata con più di 36 mesi di supplenza su posto vacante e disponibile non potranno più avere incarichi su questo tipo di supplenza, così, invece di essere stabilizzati perché hanno superato i tre anni di servizio, come dovrebbe accadere per quelli delle altre pubbliche amministrazioni, perderanno il lavoro; infatti abbiamo timore che anche le ultime novità di questi giorni non riguardino gli ATA ma solo gli altri precari pubblici.

Tenendo conto delle migliaia di posti liberi nella scuola, non si capisce perché non debba essere stabilizzato anche il personale amministrativo tecnico ausiliario, a meno che non si vogliano tenere sempre disponibili per poter operare spostamenti di dipendenti da altri ministeri, non capendo però la specificità del comparto scuola che si rivolge essenzialmente a minori.

Abbiamo anche notato che in questi ultimi anni i vari governanti hanno preso a cuore le sorti dei lavoratori precari delle imprese di pulizia: infatti sono stati stanziati svariati milioni per prorogare appalti con ditte private e/o cooperative che hanno fornito una resa lavorativa, a fronte delle poche ore effettuate e di quello che costano, veramente minima, anche se non per colpa di questi lavoratori che, però, non sanno effettivamente cosa voglia dire il nostro lavoro, mentre l’impiego dei nostri colleghi statali precari costerebbe meno e garantirebbe un servizio migliore all’utenza, a cominciare dalla sicurezza e dalla sorveglianza.

I supplenti ATA sono lavoratori statali precari con gli stessi diritti di tutti gli altri, senza alcuna differenza.

Purtroppo continuando così non ci saranno guadagni né per lo Stato, inteso come istituzione, né per il popolo sovrano, né per supplenti, alunni e genitori, o docenti. Non dobbiamo continuare su questa strada sbagliata.

Tempo fa in un programma televisivo di una rete nazionale furono evidenziati i risparmi raggiunti dall’Ospedale Sant’Orsola di Bologna ottenuti, fra le altre cose, internalizzando alcuni servizi ed eliminando le esternalizzazioni. Pertanto quello che stiamo dicendo ormai da tempo è che assicurando un organico funzionale e rispondente alle reali esigenze e non solo a mere regole di risparmio lineare e assumendo regolarmente dalle nostre graduatorie si otterrebbe il doppio obiettivo di un risparmio e di un servizio di qualità.

Concludiamo ribadendo che anche sul fronte organici la nostra preoccupazione è enorme perché molti nostri colleghi sono soggetti a un forte stress da lavoro correlato dovuto ad un aumento dei carichi di lavoro acuito anche dal famoso divieto di nominare supplenti sancito dalla finanziaria; infatti il forte senso del dovere li ha fatti lavorare ben oltre il limite sopportabile e consentito, per cui ora in varie scuole ci sono situazioni di rischio.

La forte riduzione di personale degli ultimi anni, con oltre 50.000 posti cancellati, ha creato nuovi disoccupati, cioè i nostri supplenti, persone che lavorano con impegno da anni, che chiedono solo rispetto e un lavoro dignitoso.

Secondo le diffusioni ISTAT e INPS i dipendenti pubblici negli ultimi anni sono diminuiti di oltre centomila unità, creando un enorme calo delle entrate contributive ex INPDAP e procurando per contro un aumento della spesa degli ammortizzatori sociali.

Non ci sono dunque stati i risparmi preventivati, pertanto è molto meglio immettere in ruolo i precari ATA, anziché licenziarli.

Rimanendo pertanto in fiduciosa attesa di un vostro interessamento al nostro accorato appello porgiamo distinti saluti.

La Direzione Nazionale Feder.ATA

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