Edilizia scolastica. UDIR: La metà degli istituti costruiti prima del 1971, oggi due su dieci chiusi o in ristrutturazione

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UDIR – Il 50 per cento dei nostri edifici scolastici è stato costruito prima del 1971, l’anno in cui entrò in vigore la normativa sul collaudo statico degli edifici.

Nel corso del tempo, la “stretta” sulle misure preventive e il logoramento delle strutture ha prodotto la chiusura o la necessità di ristrutturare sempre più scuole: tanto è vero che oggi se è vero che gli edifici scolastici esistenti sono 42.292, in 8.450 non si svolgono le lezioni, perché in ristrutturazione, in costruzione o dismessi.

Un plesso scolastico su cinque, quindi, è chiuso per sempre o in attesa di essere messo a norma. Ci sono delle Regioni dove il numero di edifici scolastici non attivi, per vari motivi, supera abbondantemente quello delle strutture e dove si fa normale didattica: in Sardegna, a esempio, sono 1.615 gli edifici dove non si va a scuola e appena 326 quelli dove si fa lezione. Anche in Sicilia, c’è poco da stare contenti: a fronte di 1.680 strutture scolastiche operanti, ve ne sono altre 2.580 non attive. È una realtà che stride con altre regioni: a esempio, il Piemonte annovera 3.112 scuole attive e appena 3 che non lo sono. In Friuli Venezia Giulia, tutti i 1.012 edifici scolastici risultano attivi ed efficienti. La Lombardia, dove concentrato il maggior numero di istituti scolastici, su 5.532 ne risultano inattivi 432.

I dati sono stati presentati dall’ingegner Natale Saccone, nel corso degli incontri organizzati in questi giorni in varie città italiane dall’Udir, il neonato sindacato dei dirigenti scolastici: l’esperto di sicurezza si è soffermato sulle tante anomalie che, anche dopo lo stanziamento di oltre 3 miliardi del Governo Renzi per l’edilizia scolastica, caratterizzano ancora le nostre scuole sul fronte della valutazione dei rischi e della mancanza di misure da adottare per un’adeguata prevenzione e protezione per chi vi opera.

Anche le scuole attive necessitano di miglioramenti: gli ultimi dati ufficiali ci dicono che il piano di emergenza e il documento di valutazione del rischio sono stati riscontrati con certezza da meno di tre scuole su quattro (rispettivamente 73% e 72%); il certificato di collaudo statico, da una su due (49%); quello di agibilità–abitabilità e di omologazione alla centrale termica, da una su tre (39%); la certificazione della prevenzione incendi in corsi di validità è presente appena in un’istituzione scolastica su cinque (21%); il nulla osta provvisorio, sempre di prevenzioni incendi, in una scuola su sei (16%). Sul certificato di collaudo dell’impianto di spegnimento siamo messi malissimo, perché ne è sfornito ben il 91% degli istituti.

Saccone ha ricordato che la Cassazione, con la sentenza n. 6195 del 12 febbraio 2009, ha detto che “il datore di lavoro ha il dovere, oltre che di formare e informare i lavoratori sui rischi presenti nella propria azienda o unità produttiva, di verificare e controllare che le disposizioni da lui impartite siano realmente osservate dagli stessi”. Solo che sempre più presidi rischiano di pagare colpe non loro: qualche giorno fa, una preside di Marsala è finita addirittura a processo e da aprile dovrà difendersi da dieci casi d’imputazione.

Secondo Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, cui aderisce Udir, “è chiaro che i dirigenti scolastici non possono pagare per colpe non loro. Viene poi da chiedersi per quale motivo un docente dovrebbe lasciare l’insegnamento per sobbarcarsi delle responsabilità prorompenti, in cambio di una manciata di centinaia di euro in più al mese rispetto alla busta paga che percepirebbe rimanendo dietro la cattedra. Si tratta di una incongruenza presente solo nella scuola pubblica italiana: in qualsiasi altro comparto, infatti, il passaggio alla dirigenza comporta un incremento stipendiale almeno doppio rispetto al ruolo non dirigenziale. Per rischi molto ma molto più bassi”.

Proprio per tutelare i presidi, UDIR e EUROSOFIA hanno organizzato il convegno ‘Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni’, in programma a Torino mercoledì prossimo, 22 marzo, dalle ore 8.30 alle 18.00, presso lo STARHOTELS MAJESTIC, in Corso Vittorio Emanuele II, 54. Nel corso del convegno che prevede l’esonero dal servizio, si parlerà, tra l’altro, dei crescenti carichi di lavoro, delle responsabilità enormi, degli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla riforma Renzi-Giannini, sempre in cambio di buste paga irrisorie.

A Torino, saranno presenti, tra gli altri, lo stesso ingegner Natale Saccone; Max Bruschi, ispettore Miur e docente accademico di diritto e legislazione scolastica che si soffermerà sulla valutazione dei dirigenti scolastici; l’esperto in relazioni sindacali Pietro Perziani, l’esperto di sicurezza; il segretario organizzativo Confedir Marcello Pacifico, gli avvocati della rete legale, dirigenti in servizio delle rispettive regioni. La partecipazione è gratuita e riconosciuta dal Miur. Per informazioni, si può contattare il 331.7713481. Per una consulenza gratuita, scrivere a [email protected]. Per aderire ai ricorsi su RIA, FUN, CIR consultare il sito internet www.udir.it.

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