TFA terzo ciclo, Vacca (M5S): Toccafondi chiarisca se faranno supplenza per soli 36 mesi. Cosa succede se non vinceranno concorso?

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Circolata nelle ultime settimane sulle testate specializzate e annunciata poi anche in luoghi istituzionali, la notizia di un terzo ciclo TFA imminente va incontro alle speranze dei tanti neolaureati fino a questo momento esclusi dalla possibilità di ottenere un posto stabile nella scuola, ma lascia perplessa una forza politica come il Movimento 5 Stelle, che ne fa una questione di numeri e si domanda quale destino attenda gli abilitati non vincitori di concorso. Ne abbiamo parlato col deputato Gianluca Vacca.

Circolata nelle ultime settimane sulle testate specializzate e annunciata poi anche in luoghi istituzionali, la notizia di un terzo ciclo TFA imminente va incontro alle speranze dei tanti neolaureati fino a questo momento esclusi dalla possibilità di ottenere un posto stabile nella scuola, ma lascia perplessa una forza politica come il Movimento 5 Stelle, che ne fa una questione di numeri e si domanda quale destino attenda gli abilitati non vincitori di concorso. Ne abbiamo parlato col deputato Gianluca Vacca.

Onorevole, da dove nasce la vostra preoccupazione? Non siete d’accordo con l’idea di bandire un nuovo percorso abilitante selettivo?

“Non abbiamo un pregiudizio sul TFA, sia chiaro, ma nel momento in cui il Sottosegretario Toccafondi ci ha detto che questo nuovo ciclo abiliterà 11mila docenti su posti comuni e 5mila su posti di sostegno in relazione al fabbisogno dei prossimi tre anni, ci è sorto un dubbio. In teoria il concorso e l’assunzione da Gae dovrebbe bastare a coprire gli 80mila posti che risulteranno scoperti con i pensionamenti, quindi, di quale fabbisogno si sta parlando?”.

Sì, ma ci sono le supplenze.

“Non dimentichiamo che dal concorso resteranno fuori almeno 100mila abilitati, poiché ne verranno stabilizzati poco più che 63mila. Il nostro timore è che per gli abilitati III ciclo possano non esserci prospettive realistiche, dunque, perché abilitare 15mila persone se di fatto non ce n’è necessità?”.

Il Miur qualche calcolo l’avrà fatto.

“Noi abbiamo piuttosto l’impressione che navighi a vista, basta guardare il concorso: tutti i ritardi e gli errori che sono stati fatti sarebbero stati ampiamente prevedibili ed evitabili, invece più si va avanti e più questo sistema combina pasticci”.

Ormai è chiaro che abilitazione non significa assunzione e che, per come stanno le cose, al nostro sistema di istruzione continuerà a servire un numero di abilitati superiore al fabbisogno per coprire le supplenze, anche perché dopo 36 mesi tale possibilità sarà di fatto preclusa.

“Questo non ci è stato specificato da Toccafondi, come non ci è stato rivelato il numero delle cattedre vacanti e disponibili assegnate a supplenti annuali che, invece, potrebbero essere coperte da assunzioni in ruolo destinate agli abilitati che non passeranno il concorso. Possibile che il Miur non conosca questi numeri?”.

Forse in questo momento le energie sono tutte concentrate sul concorso, la cui macchina organizzativa non procede certo senza intoppi…

“L’unica cosa sensata sarebbe fermare tutto: cosa si aspettano che succeda? Gli esclusi dalla selezione otterranno certamente il diritto a rientrarvi a colpi di atti ingiuntivi dei tribunali amministrativi”.

E gli abilitati che non passeranno il concorso? Dovranno inventarsi un altro mestiere?

“Stiamo discutendo proprio in questi giorni di una fase transitoria all’interno del nuovo sistema di formazione iniziale dei docenti. Il PD ha sostenuto, finora, un sistema di crediti per agevolare chi è già abilitato e ha 36 mesi di servizio, ma non si capisce bene se l’accesso a questo percorso avverrà tramite un concorso per prove o per soli titoli. Prima di arrivare a questo l’ideale tuttavia sarebbe, come spiegavo anche prima, censire il numero delle cattedre vacanti e disponibili e poi destinarle ai precari che, già fuori dalle Gae per motivi anagrafici, ora resteranno fuori anche dal concorso”.

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