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Didattica: porta il tuo telefono, PC, tablet (B.Y.O.D). Una esperienza alternativa e libera al Liceo Manzoni di Caserta

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Bring your own device (BYOD) (chiamato anche bring your own technology (BYOT), bring your own phone (BYOP), e bring your own PC (BYOPC)) in italiano: Porta il tuo dispositivo, porta la tua tecnologia, porta il tuo telefono e porta il tuo pc è un'espressione utilizzata per riferirsi alle politiche aziendali che permettono di portare i propri dispositivi personali nel posto di lavoro e usarli per avere gli accessi privilegiati alle informazioni aziendali e alle loro applicazioni.

Bring your own device (BYOD) (chiamato anche bring your own technology (BYOT), bring your own phone (BYOP), e bring your own PC (BYOPC)) in italiano: Porta il tuo dispositivo, porta la tua tecnologia, porta il tuo telefono e porta il tuo pc è un'espressione utilizzata per riferirsi alle politiche aziendali che permettono di portare i propri dispositivi personali nel posto di lavoro e usarli per avere gli accessi privilegiati alle informazioni aziendali e alle loro applicazioni.

Il termine è anche usato per descrivere le stesse pratiche applicate agli studenti che usano i loro dispositivi in ambito educativo.

La sperimentazione di BYOD è nata nel nostro Liceo Manzoni di Caserta, che conta circa 2mila alunni, quando non siamo riusciti ad aderire al progetto GARX ovvero la banda ultralarga nelle scuole.

Gran parte delle scuole italiane non ha connettività, o quantomeno non ce l’ha per permettere ad ogni classe di 20 studenti di connettersi contemporaneamente. Le scuole grandi con un numero di alunni superiore ai mille e che non hanno la banda “ultralarga” ma solo una ADSL, il miglior uso che ne possono fare è condividere materiali su Google Docs o Drive, con la proverbiale lentezza della connessione asincrona.

Per avere i tablet in classe fruibili da tutti con WI-FI sono necessari: banda ultralarga, infrastrutture WI-FI e 100 Mbs simmetrici per poter collegare anche 800 device contemporanemente.

Ed è qui che è entrata in gioco l'idea dell'utilizzo della “PirateBox”, una utile ingegnerizzazione di un “server di classe”, ovvero un dispositivo portatile dotato di connettività wireless che monta una distribuzione Linux (OpenWRT) tagliata all’occorrenza con “Software PirateBox”, che offre:

  1. Accessibilità WIFI all’interno della classe con la navigazione tra i files all'interno della memoria e cartelle predisposte dall'insegnante. Tale connettività WIFI è fruibile dalla classe per mezzo di tablet, netbook, notebook o smartphone che i ragazzi già hanno in tasca (non occorre connettività Internet WIFI della scuola)
  2. Servizi di condivisione files di testo e multimediali che l'insegnante ha portato su una comune memoria USB da 32Giga
  3. Possibilità di Download dell'alunno
  4. Possibilità di Upload dell'alunno
  5. Possibilità di una chat on line per comunicare tra gli alunni e/o il docente a secondo delle esigenze

La soluzione usa software Libero con licenza libera ed il costo è solo del device davvero portatile, (mini router 3G ad esempio TP-LINK 3420).

Riassumendo possiamo dire che i vantaggi della PirateBox in classe sono:

  • La scuola risparmia migliaia di euro. Non occorre connettività spinta, si risparmia tanta carta da stampare. La PirateBox funziona a batteria con un'autonomia di 4-5 ore
  • Si crea la PirateBox in meno di 60 minuti avendo tutto il software libero e il device a disposizione.
  • I device su cui è possibile implementare la PirateBox aumentano di mese in mese. Abbiamo provato il minirouter 3G TP-LINK 3420 e un vecchio cellulare Android MediateK MT6577 con risultati positivi
  • Gli studenti conoscono già il loro dispositivo in questione
  • Loro stessi possono fornire nuovi spunti di utilizzo all’insegnante
  • Usando un loro dispositivo, sono ancora più protagonisti del proprio processo educativo
  • Può essere un volano per l’apprendimento indipendente una volta fornito il know-how
  • Ormai il software per un sistema operativo è quasi sempre disponibile anche per gli altri
  • Tutti i dispositivi degli studenti sono compatibili tra di loro (Apple VS Android VS Windows); quelli che non riescono a risolvere l'indirizzo internet (ad esempio Apple), funzionano perfettamente inserendo direttamente l'indirizzo IP
  • Non ci si ritrova a dettare in continuazione istruzioni diverse per ogni tipo di dispositivo, sprecando tempo prezioso. I comandi sono soltanto due: Downloading ed Uploading
  • Non ci sono problemi a livello di connessione
  • Si è scollegati dalla rete della scuola che per varie ragioni non è preparata ad accettare un numero elevato di connessioni contemporanee
  • Sono consultabili molti wiki on line per le istruzioni

I contro di questa soluzione sono:

  • Non sono da escludere furti
  • I giovani proprietari devono aver cura del proprio dispositivo, specie quando si tratta di caricare la batteria il giorno prima
  • I genitori potrebbero non essere d’accordo nel far usare a scuola il tablet, lo smartphone o il notebook dei figli;
  • Alcuni alunni non sono contenti di usare i propri dispositivi tecnologici a scuola, mescolando pubblico e privato.

I Pro sono numericamente più dei Contro, l'uso della modalità BYOD con la PirateBox è una ipotesi da tenere vivamente in considerazione.

Le nuove tecnologie favoriscono delle strategie d'insegnamento basate molto di più sull'approccio costruttivistico, in cui cambiano alcune regole: non si ascolta passivamente la lezione dell'insegnante e poi si ripassa lo stesso argomento sul manuale nel chiuso della propria stanza, ma si collabora attivamente e continuamente con i compagni e gli insegnanti, utilizzando i più svariati strumenti (ma che siano Software Libero) per consentire la riduzione del SOCIAL-DIVIDE.
Il contesto in cui si studia è fondamentale e la valutazione non è qualcosa di separato dal loro fare quotidiano.
In questo modello didattico il ruolo dell'insegnante si modifica profondamente; il docente non è solo la fonte principale delle informazioni ma è sempre di più un "facilitatore", un consigliere, un organizzatore del lavoro altrui, un “tutor”. Il problema con cui si scontrano gli studenti di oggi non è quello di "avere" le informazioni, ma quello di recuperarle, renderle attive, strutturarle, riflettere su di esse in modo critico. Le conoscenze specifiche che l'insegnante ha nella sua disciplina diventano meno importanti, mentre acquistano maggiore importanza le sue capacità metodologiche e didattiche generali.

Non dobbiamo, quindi, pensare alle nuove tecnologie come a degli strumenti "neutri", che si possono affiancare agli altri per continuare a perseguire gli stessi obiettivi con le stesse metodologie.

Nel nostro Liceo Alessandro Manzoni di Caserta le PirateBox già sono state utilizzate per la diffusione dei contenuti e dei lavori multimediali dei docenti, risultando un sussidio funzionale, veloce, economico trasversale a tutte le discipline.

Link suggeriti per approfondire l'argomento:

http://piratebox.cc/

http://23cose.wikispaces.com/Pirate+Box+in+biblioteca

http://iamarf.org/2014/06/09/piratebox-un-pezzetto-di-internet-che-viene-con-te-loptis/

http://digididattica.com

http://www.lugmanzoni.it

http://www.lugcaserta.it

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