Dal pettine provinciale bisogna ora passare a quello nazionale

Di Lalla
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di Libero Tassella – Passa il principio del trasferimento con inserimento in graduatoria ad esaurimento con il punteggio spettante ( il cosiddetto pettine), le code della vergogna, che avevamo condannato sin dal loro apparire, allorquando fu divulgata la bozza del DM 42; andranno in soffitta con il prossimo aggiornamento biennale delle graduatorie; ora, per noi di Professione Insegnante il successivo obiettivo politico, stabilito il sacrosanto principio del trasferimento a pettine, dovrà essere la graduatoria di rango nazionale ad esaurimento ( la GEN), questa è la scelta coraggiosa che spetterà al Parlamento e alle forze politiche che la vorranno sostenere; mentre con piacere vogliamo sottolineare la decisione di depennare finalmente i docenti di ruolo da tutte le graduatorie ad esaurimento che avevamo chiesto fin dallo scorso febbraio con una lettera al Ministro Gelmini e a tutti i parlamentari, raccogliendo le istanze di migliaia di precari e delle loro associazioni.

di Libero Tassella – Passa il principio del trasferimento con inserimento in graduatoria ad esaurimento con il punteggio spettante ( il cosiddetto pettine), le code della vergogna, che avevamo condannato sin dal loro apparire, allorquando fu divulgata la bozza del DM 42; andranno in soffitta con il prossimo aggiornamento biennale delle graduatorie; ora, per noi di Professione Insegnante il successivo obiettivo politico, stabilito il sacrosanto principio del trasferimento a pettine, dovrà essere la graduatoria di rango nazionale ad esaurimento ( la GEN), questa è la scelta coraggiosa che spetterà al Parlamento e alle forze politiche che la vorranno sostenere; mentre con piacere vogliamo sottolineare la decisione di depennare finalmente i docenti di ruolo da tutte le graduatorie ad esaurimento che avevamo chiesto fin dallo scorso febbraio con una lettera al Ministro Gelmini e a tutti i parlamentari, raccogliendo le istanze di migliaia di precari e delle loro associazioni.

Cogliamo ancora una volta l’occasione per contestare tutte le organizzazioni sindacali, qualcuna ora pare sia già sulla strada della conversione, che in questa lunga e vergognosa vicenda, durata da aprile a ottobre 2009, hanno preferito difendere i loro interessi particolari, (interessi territoriali di bottega), accettando e assecondando il governo e le sue logiche politiche attraverso un lungo iter fatto di ritardi, di furbizie, di cavilli, di squallidi tentativi per dividere i precari e di gettare discredito su quanti hanno impugnato con successo al TAR Lazio il decreto della "gabbia della disoccupazione e delle tre code della vergogna".

 

Ancora una volta sarà fatta giustizia, questa volta contro il vergognoso comma 4/bis dell’art. 1 del DL 134 della Gelmini; ci penserà il tribunale delle Leggi contro quest’ ennesimo tentativo di ammazzare le sentenze per legge realizzato con l’avallo di certi sindacati .

Di seguito la nostra proposta per una graduatoria nazionale ad esaurimento ( GEN), già diffusa il 10.2.2009

Perché una graduatoria ad esaurimento nazionale per le immissioni in ruolo?

L’ipotesi di trasformare la graduatoria ad esaurimento provinciale in nazionale, promossa dal gruppo professione insegnante, è ispirata al principio del rispetto dell’ordine di graduatoria nelle assunzioni da " concorso per soli titoli", come unico parametro per la stipula di un contratto a tempo indeterminato; a prescindere da variabili come la scelta di una provincia una volta per tutte, le variazioni periodiche di organico in quella provincia come nelle altre, la variabilità delle aliquote nell’immissione in ruolo ed altre variabili, come, ad esempio, la distribuzione geografica degli studenti legata all’immigrazione degli extracomunitari nelle regioni del Nord del Paese.

Cristallizzare le graduatorie in un contesto antropologico, sociale, politico e legislativo che al contrario muta costantemente e con esso anche la costituzione e la consistenza degli organici delle scuole su cui si basano le immissioni in ruolo, ci sembra un elemento di per sè ostativo alle immissioni in ruolo per aspiranti che, dovrebbero aspettare anni se non decenni per stabilizzare il proprio rapporto di lavoro, attraverso le graduatorie ad esaurimento provinciali.

PROPOSTA DI TRASFORMAZIONE DELLA GRADUATORIA AD ESAURIMENTO PROVINCIALE IN GRADUATORIA NAZIONALE

Le attuali graduatorie ad esaurimento, valide solo per un ristretto ambito provinciale, si sono dimostrate uno strumento inefficace di ridimensionamento del fenomeno del precariato e di stabilizzazione il rapporto di lavoro.

Allo stato, la prospettiva per chi è in graduatoria , soprattutto in certe aree geografiche del nostro Paese, è quella di rimanervi per sempre, senza mai stabilizzare il rapporto di lavoro; e se è vero che ci sono aspiranti che non possono e/o non vogliono spostarsi dall’ambito territoriale di residenza, è anche vero che ce ne sono tantissimi altri disposti a trasferirsi per stabilizzare definitivamente la propria situazione lavorativa, pur di superare la condizione di precaria/o a vita, situazione che deprime , nel contempo, tanto la loro sfera professionale – lavorativa quanto quella umana ed esistenziale.

La nostra proposta è quella di estendere a livello nazionale la validità della graduatorie ad esaurimento, proprio per la loro attuale specificità di essere graduatorie ad esaurimento, consentendo al singolo aspirante, in occasione delle procedure di reclutamento, di esprimere più opzioni, secondo un proprio ordine di gradimento: ad esempio, solo la sua provincia di residenza, le province della sua regione, di alcune regioni o tutto il territorio nazionale. Si vuole una graduatoria ad esaurimento che dia reali possibilità e garanzie di immissione in ruolo per chi in questi anni ha maturato una lunga,a volte pluridecennale esperienza d’insegnamento, che va valorizzata e non limitata da anacronistici steccati territoriali, quali appunto sono ora le graduatorie ad esaurimento provinciali .

La nostra proposta ha la finalità di rispondere in modo efficace ed efficiente all’esigenza di stabilizzazione contrattuale del lavoro degli insegnanti e di lotta al precariato scolastico, attraverso l’azione congiunta sia dello scorrimento delle graduatorie ad esaurimento , trasformate da provinciali in graduatorie nazionali, sia della realizzazione di un piano programmatico pluriennale di immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti, quindi non più solo su una parte di essi, come è accaduto finora .

Di seguito si riporta la nostra proposta, articolata in 5 punti, da tradurre con urgenza in un provvedimento legislativo.

1) Trasformazione, fin dal loro prossimo aggiornamento e limitatamente alle sole immissioni in ruolo, delle Graduatorie ad esaurimento provinciali in Graduatorie ad Esaurimento Nazionali ( G. E.N.); ferma restando la validità provinciale delle G.E. solo ai fini dell’attribuzione delle supplenze annuali e temporanee di durata annuale e della compilazione delle prime fasce delle graduatorie d’istituto e di circolo.

2) Assegnazione della Provincia di titolarità, dopo le operazioni di mobilità, effettuata in base alle posizioni occupate in graduatoria nazionale e alle preferenze territoriali espresse dagli aspiranti, secondo una procedura meccanizzata, simile a quella già prevista per la mobilità territoriale e/o professionale del personale docente con contratto tempo indeterminato.

3) Successiva assegnazione della sede provvisoria ai neoimmessi in ruolo, a cura degli UU.SS.PP competenti. tramite procedura di convocazione.

4) Depennamento, fin dal prossimo aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento, ai fini dell’immissione in ruolo, di tutti i docenti già di ruolo ma ancora inseriti in G.E, salvaguardando in ogni caso la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato, come previsto dall’ art. 36 CCNL 29.11.2007. Obiettivo ora realizzato

5) Elevamento al 70% ( +20%) della percentuale dei posti riservati annualmente alle immissioni in ruolo, dopo la mobilità territoriale provinciale ( oggi sono il 50%) ; prevedendo per alcune classi di concorso o tipologie di posto, ove i contratti a tempo interminato sono storicamente ridotti a poche unità, l’elevamento al 100% della percentuale dei posti da riservare alle immissioni in ruolo.

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