Coordinamento TFA, siamo contrari ad un nuovo PAS. Provincializzare GI e togliere 36 mesi limite supplenze. Doppio canale per gli abilitati.

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Il 12 gennaio i precari saranno in piazza. Tra gli assenti ci sarà il Coordinamento Nazionale TFA Vediamo i motivi di questa scelta, due chiacchiere con Alessandro Viti.

Il 12 gennaio i precari saranno in piazza. Tra gli assenti ci sarà il Coordinamento Nazionale TFA Vediamo i motivi di questa scelta, due chiacchiere con Alessandro Viti.

Innanzitutto, Allesandro Viti, uno dei responsabili del Coordinamento, mi precisa che quanto riportato da me in un precedente articolo circa la loro identificazione con l'Intergruppo parlamentare è errata. "Noi siamo il Coordinamento Nazionale TFA – mi chiarisce -, siamo un'associazione con uno statuto. Non siamo l'intergruppo. Quella è una cosa distinta, è una cosa parallela."

Chiarito il punto, vengo subito al dunque: parteciperete alla manifestazione del 12?

No. Il SAESE, che ha indetto lo sciopero, ha diffuso un comunicato in cui c'è dentro un po' di tutto. E’ velleitario. Se l'obiettivo è aprire le GaE siamo d'accordo, chiaro. Lottiamo per questo da anni. Ma non ci sembra che in questo momento la manifestazione possa sortire questo obiettivo, e anzi temiamo che si possano ottenere altri obiettivi per i quali non siamo d'accordo.

Quali?

Non siamo d'accordo per abilitazione ai dottori di ricerca ad esempio, ma soprattutto a un nuovo PAS. I promotori della manifestazione dicono che servizio è merito. Noi comprendiamo che il servizio sia importante a parità di percorso abilitante, ma non può andare a discapito dei più giovani abilitati TFA che si vedrebbero scavalcati in graduatoria. Non abbiamo nulla contro i docenti PAS abilitati, voglio chiarire, ma vogliamo mantenere la differenza. Per quanto riguarda i colleghi non abilitati, il nostro non è un atteggiamento di chiusura, al contrario. Ma non si può dire abilitiamo la terza fascia, o abilitiamo quelli di loro col servizio. Noi chiediamo che per i nuovi percorsi abilitanti ci sia regolarità, ma con percorso selettivo, aperto anche ai neolaureati. E soprattutto numeri ben calcolati sul fabbisogno, altrimenti come si può sperare che riaprano le GAE?

Per quanto riguarda il prossimo concorso?

Dal concorso c'è da passarci, lo abbiamo subito come tutti, nessuno ha voglia di farlo. Noi abilitati TFA, inoltre, abbiamo già affrontato una selezione dura. Ci siamo battuti per farle avere valore concorsuale e continueremo a farlo. Ma per alcuni il concorso può anche essere un'occasione.

In che senso?

Se un tieffino con poco servizio in una classe di concorso satura di una provincia affollata si è trovato davanti docenti abilitati con il PAS con tanto punteggio, metti che è 25esimo e ne mettono in ruolo 3 all’anno, non ha alcuna speranza di entrare in ruolo. Il concorso per lui è una rottura, ma anche una possibilità di anticipare i tempi. Però non deve essere l'unica chance.

Per il concorso si darà, comunque, peso al servizio.

Sì, ma anche all'abilitazione. La novità sta nel fatto che in passato il servizio non veniva considerato. Dipenderà dalle proporzioni.

Il problema è anche cosa faranno i docenti con abilitazione se non vinceranno il concorso. Vi siete posti questo problema?

Certo, innanzitutto ci stiamo muovendo a livello europeo per far togliere il limite di 36 mesi per le supplenze. Ci siamo rivolti ad un'associazione specializzata in questo tipo di questioni. Questo andrà a favore di tutti gli abilitati. Inoltre, e non si capisce perché non si faccia dato che tutti sembrano d'accordo, bisogna provincializzare le graduatorie d'istituto, togliendo il vincolo delle 20 scuole. I precari avrebbero più possibilità di lavorare.

Per concludere, qual è il vostro obiettivo prioritario?

Ovviamente l’obiettivo principale rimane quello di ottenere il doppio canale, come è stato per gli abilitati prima di noi.

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