Contrasto al Cyberbullismo, nuove responsabilità per i docenti con contratto fermo e stipendio non adeguato

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La Legge approvata alla Camera finalizzata a contrastare il fenomeno del cyberbullismo vede le scuole in primo piano. E non poteva essere altrimenti.

I regolamenti delle istituzioni scolastiche di cui all’articolo 4, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, e il patto educativo di corresponsabilità di cui all’articolo 5-bis del citato decreto n. 249 del 1998 ad esempio dovranno essere integrati con specifici riferimenti a condotte di cyberbullismo e relative sanzioni disciplinari commisurate alla gravità degli atti compiuti.

E’ sicuramente importante il fatto che le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell’ambito della propria autonomia e nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, promuovono l’educazione all’uso consapevole della rete internet. Ma anche ai diritti e doveri connessi all’utilizzo delle tecnologie informatiche, quale elemento trasversale alle diverse discipline curricolari, anche mediante la realizzazione di apposite attività progettuali aventi carattere di continuità tra i diversi gradi di istruzione o di progetti elaborati da reti di scuole in collaborazione con enti locali, servizi territoriali, organi di polizia, associazioni ed enti.

Ma ciò che lascia perplessi è l’ennesimo carico di responsabilità in capo ai docenti. Che continuano a subire incrementi di mansioni, di responsabilità imposte per Legge e con un CCNL fermo da dieci anni e stipendi indegni.

Nella Legge appena approvata emerge che sarà sì necessaria la formazione del personale scolastico, ma prevedendo la partecipazione di un proprio referente per ogni autonomia scolastica; così come sarà necessaria la promozione di un ruolo attivo degli studenti, nonché di ex studenti che abbiano già operato all’interno dell’istituto scolastico in attività di peer education , nella prevenzione e nel contrasto del cyberbullismo nelle scuole; la previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti; un efficace sistema di governance diretto dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Dall’adozione delle linee di orientamento non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. E già il fatto che il tutto si dovrà realizzare senza maggiori oneri per la finanza pubblica lascia intendere come ciò verrà gestito, finanziamenti, progetti ad hoc, e non con investimenti strutturali.

Nella Legge si rileva che “ Ogni istituto scolastico, nell’ambito della propria autonomia, individua fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo, anche avvalendosi della collaborazione delle Forze di polizia nonché delle associazioni e dei centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio.” Pare evidente che sarà necessaria la disponibilità di questo docente, che dovrà essere stato debitamente formato e l’individuazione dovrà avvenire in via collegiale stante l’enorme responsabilità sussistente in materia, rilevato il fatto che si affrontano questioni che avranno un rilievo penalistico. Così come pare evidente che tale attività andrà giustamente retribuita e che tale indennità retributiva peserà probabilmente sul già impoverito FIS.

Non sarebbe stato meglio prevedere una figura esterna? Che avesse competenze specifiche in materia? Certo, si parla di una figura che avrà il compito di coordinare, ma il coordinamento è la funzione basilare per le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo e le responsabilità non sono mica minime, stante la delicatezza della questione che si vuole contrastare.

Cyberbullismo, referenti in ogni scuola per attuare la legge appena varata

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