Concorso docenti 2016 un continuo paradosso culminato nelle prove suppletive. Lettera

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La prassi del paradosso. Tempo fa scrissi sul Concorso 2016 evidenziando il paradosso che il gran numero di docenti precari abilitati con TFA, dunque già selezionati con prove nazionali e universitarie, dovesse essere ulteriormente selezionato per accedere al ruolo.

Quello mi sembrava un incredibile paradosso dato che in passato non era mai accaduto! Oggi però mi sto rendendo conto che esistono paradossi anche più eclatanti. Senza dubbio uno riguarda le prove suppletive al concorso 2016, cioè una coda di concorso, ad un anno esatto dal Concorso regolare, del resto non ancora concluso, che porta con sé di tutto: diplomati tecnico- pratici che lamentano il fatto di non avere mai avuto percorsi ordinari di abilitazione; quegli stessi diplomati, che nel frattempo si sono anche laureati, che reclamano di avere diritto a sostenere il concorso anche per materie afferenti la loro laurea anche se di percorsi abilitanti per quelle materie ce ne sono stati vari, sia riservati che non riservati, dunque aperti a tutti .

Troviamo poi i dottori di ricerca, i quali lamentano di non aver potuto acquisire l’abilitazione perché impegnati come dottorandi. Laureati prima del 2000 che reclamano di avere un diritto perché ai loro tempi si accedeva al concorso senza abilitazione.

Neolaureati che lamentano di non essersi accorti che per accedere al concorso si dovesse essere abilitati o che lamentano l’entrata in vigore della 107 in anticipo rispetto alla loro previsione impedendo un terzo tirocinio attivo. Poi, sui social, i ricorrenti reclamano diritti con una sequela di lamentazioni tra chi era indisposto al momento, chi aveva avuto un lutto recente, chi aveva il computer rotto, chi aveva sbagliato la domanda, chi non aveva vista riconosciuta in tempo la propria abilitazione conseguita all’estero. Del resto, anche leggendo le sentenze che hanno concesso le cautelari per partecipare alle prove suppletive, si scoprono, insieme a liste chilometri di ricorrenti, motivazioni cui non voglio aggiungere alcuna aggettivazione per rispetto, ma mi indigno di come i diritti dei cittadini che rispettano tutte le regole vengano calpestati.

Ultimi tre paradossi poi chiudo. Il primo, doloroso, se si assume il punto di vista dei moltissimi docenti dell’anno passato bocciati; comico/ drammmatico se si assume il punto di vista dell’elettore che sostiene con le sue tasse la macchina pubblica :… “ prove identiche o quasi o quasi quasi o 3 uguali e 3 un pochino diverse ecc… ( si dice questo sui social , sempre sui social si dice anche che figure vicine o dentro al MIUR stiano dando indicazioni su come muoversi nel caso di non ammissione all’orale ) . Tutto questo ad un anno di distanza – non si vede l’ora che il MIUR le pubblichi integralmente, visto che si sono concluse il 22 maggio-.

Tra le tante amenità si scopre anche il MIUR ha dimenticato di fornire al TAR memoria relativa ai percorsi abilitanti istituiti fino al 2014/15.

Il secondo riguarda il modus operandi degli USR che hanno concesso a chiunque avesse in mano una ordinanza cautelare, anche rilasciata in extremis, di sedersi al computer e svolgere la prova quando i termini definitivi di iscrizione si erano chiusi il 16 febbraio 2017. Dunque ad oggi non si conosce il numero esatto di ricorrenti rispetto agli USR di competenza, non si conoscono i loro nomi né la cautelare loro concessa, in dispregio delle norme sulla trasparenza.

Non si risponda che chiunque può utilizzare la norma di accesso agli atti, perché in ogni momento del suo iter un concorso è un affare pubblico e io, come cittadino ho il diritto di conoscere il nome del’eventuale ricorrente, del suo avvocato, dell’organo che emette l’ordine e della motivazione, perchè chiunque potrebbe avere un interesse legittimo che viene ad essere contrastato o annullato da quell’atto!

Il terzo riguarda il gruppo governativo che interroga se stesso strizzando l’occhiolino contemporaneamente ai vincitori ( quali misure si intendano prendere per tutelare i vincitori nel caso venissero scavalcati ) e ai ricorrenti ( nessuna misura ostativa nei loro confronti) senza sottolineare con forte rigore e con forte chiarezza che il bando del febbraio 2016 non ha sbavature , laddove riserva il concorso ai soli abilitati , e che, se le prove sono identiche o anche solo simili provvederà a rimuovere quei cento esperti citati dalla signora Ghizzoni perché non hanno lavorato bene e chiedere loro i danni.

Ai TAR e al Consiglio di Stato poi si richiede di essere veloci nell’emettere le sentenze definitive cosi’ come lo sono stati nel concedere, dato il carattere di urgenza, le cautelari e , naturalmente, di sondare bene le normative scolastiche prima di emetterle. Questo sia per tutelare i legittimi vincitori sia gli studenti, infatti, già durante il corrente anno scolastico, abbiamo visto il caos che hanno causato le cautelari, concesse ai ricorrenti di seconda fascia per essere inserite nella prima, poi revocate con sentenza definitiva. Si spera che ciò non accada con le immissioni in ruolo passando sopra i diritti degli studenti e delle loro famiglie di contare su organico certo e su docenti che sono diventati tali rispettando tutte le regole.

Concetta Bovicelli

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