Concorso Dirigenti Scolastici sì, ma dopo anni di attesa. Lettera

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Prof. Mauro Brancaleoni – Non sempre la logica della normativa trova effettivamente, oltre all’entrata in vigore delle leggi, il suo esprimersi nella pratica, anzi, evoca un ormai cronico passaggio di continue repliche che rallentano, bloccano, rimandano, confondono.

Ai sensi dell’articolo 17, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, la prima tornata del corso-concorso nazionale per il reclutamento del dirigenti scolastici per la copertura delle vacanze di organico delle regioni per le quali si è esaurita la graduatoria di cui al comma 1-bis del medesimo articolo 17,  si sarebbe dovuta avviare entro il 31 dicembre 2014.

I poveri docenti che intendono partecipare alla tornata concorsuale iniziano a studiare…… Poi spuntano le proroghe, 10, 100, milleproroghe, che intervengono senza rispettare i termini previsti da precise disposizioni di legge. Inizialmente un’informativa del MIUR datata 29 dicembre 2014, tempestiva ma  ormai  attesa, proponeva tempi, cadenza annuale, posti a concorso, riservisti, prove, rimandando il tutto ad un DPCM successivo previsto per la primavera del 2015. Ecco spuntare il D. L 192 del 2014 che all’art. 6 detta: “Proroga di termini in materia di istruzione” comma 6,  modifica il testo dell’art. 1, comma 2-ter del D. L. 58 del 2014.

“ Entro il 31 marzo 2015………………….” E i soliti docenti, continuano a studiare……..

Arriva la tanto attesa riforma con la L. n. 107 del 13 luglio 2015 che propone la solita “sanatoria” da applicare in quelle regioni che per ricorsi, buste trasparenti, commissioni irregolari, indagini della procura, avevano visto stravolgere le graduatorie concorsuali. Terminata anche questa fase che ha visto l’immissione nel ruolo dirigenziale di un congruo numero di docenti, prima vincitori, poi sconfitti, poi ancora miracolosamente vincitori, si ripropone l’avvio del tanto atteso Concorso a D. S.  Nonostante restino senza guida più di un migliaio di istituzioni scolastiche, date in reggenza, nulla si muove dal MIUR, se non per una dichiarazione del Ministro.

“Questi presidi (ma non sono più identificati come Dirigenti Scolastici), arriveranno nelle presidenze l’anno prossimo……….”

E i docenti interessati studiano…….

Passi successivi:

  • Si parte in autunno, come previsto dal Ministro…..
  • Regolamento alla bollinatura del MEF, in emanazione il Bando……. settembre 2015
  • Il regolamento per il concorso a dirigente scolastico è stato licenziato dal MEF….ottobre 2015
  • Concorso Dirigenti Scolastici, bando ritarda per eventuali modifiche………novembre 2015
  • Concorso Dirigenti Scolastici, un emendamento inserito nella Legge di Stabilità dal Partito Democratico,  chiede proroga al 31 dicembre 2016, in modo da riportare in Parlamento il Regolamento al fine di apportare modifiche all’assetto. Non più la formazione alla SNA ma ritorno al MIUR.

Aspettative e speranze vengono vanificate e trasformate  in uno sconforto totale, umiliante per certi versi. L’ultima notizia non è certo ufficiale, ma lascia presupporre che il tanto agognato Bando si sia diretto verso una sabbia paludosa dalla quale ben difficilmente potrà emergere a breve. Proviamo ad immaginare che ciò che viene preannunciato sia validamente approvato nella Legge di Stabilità: si prospetta per il prossimo anno scolastico una situazione a dir poco allarmante! Ulteriori pensionamenti di Dirigenti Scolastici portano ad avere quasi un quarto delle istituzioni scolastiche prive di capo di istituto: ciò vuol dire che circa 2000 scuole saranno affidate in reggenza.

“Eppur si muove”…………..

Si dice che la frase sia stata pronunciata da Galileo Galilei uscendo dal tribunale dell’Inquisizione nel 1633. Costretto all’abiura delle sue teorie astronomiche (aveva sostenuto, come già il collega Copernico, che fosse la Terra a ruotare intorno al Sole e non il contrario), Galileo avrebbe detto ai giudici: “Con cuor sincero e fede non finta, abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie”. Aggiungendo però, nell’atto di andarsene: “Eppur si muove”, riferendosi alla Terra. In realtà, la frase gli fu attribuita più tardi, dallo scrittore Giuseppe Baretti. Fu lui a ricostruire così la vicenda nel 1757, in un’antologia scritta in difesa dello scienziato.

Riferimento storico per affermare con rammarico che…..nulla si muove! Visito quotidianamante tutte le pagine web dei principali sindacati di comparto: nulla compare in modo specifico sul tema del Bando per il Concorso a Dirigente Scolastico, da parecchio tempo, se non per pubblicizzare i numerosi corsi per la preparazione alla tornata concorsuale. Per avere qualche notizia in più ho contattato personalmente alcuni segretari dei maggiori sindacati confederali e dell’ANP: Bando in uscita dopo le feste pasquali del 2017! Chissà…… Un calcolo approssimativo mi permette di affermare che circa 1.500/2.000 docenti si sono iscritti e frequentano assiduamente i processi di formazione, on-line, blended o in presenza, tra i quali anche il sottoscritto. Continuiamo a studiare? Cerchiamo di trasmettere ai nostri alunni motivazione, curiosità, autostima, immagine positiva di sé, impegno, consapevolezza, strategie metacognitive…..

Dopo anni di studio tutte queste caratteristiche nacoste sotto il pelo dell’acqua ( riferimento all’Iceberg di Spencer&Spencer) vanno scemando, almeno per la mia prospettiva futura. Viene meno la forza, la voglia, lo stimolo di continuare a seguire un traguardo che si sta inesorabilmente allontanando giorno per giorno.

Il 21 gennaio 2016 il MIUR  aveva predisposto una riunione informativa con i sindacati per esporre la situazione dei concorsi scuola attesi ormai da mesi, quello per i docenti in possesso di abilitazione e da anni,  quello per i Dirigenti Scolastici. Per quest’ultimo si sono perse le tracce, svanito come al solito, nel nulla.

Alcuni articoli pubblicati affermano: “dopo due anni di attesa, arriva il Concorso per Dirigenti Scolastici….”. Ma quali due anni! Semmai il doppio.

Nel frattempo sono circa 1.700 le istituzioni scolastiche senza un Dirigente titolare e di conseguenza circa 3.400 le scuole dirette da un “preside” che si sdoppia nella sua funzione, in situazioni caratterizzate da differenti tipologie di utenze, curricoli, riferimenti territoriali diversificati tra loro, con numeri che talvolta superano i 2.000 studenti. Entrando in una scuola chiunque si rende immediatamente conto dell’influenza e dell’incisività con cui il D. S. esercita la sua funzione, cercando di migliorare costantemente la realtà dell’istituzione stessa. Dal ruolo di leader a quello di garante, che esercita con responsabilità, verso la sicurezza complessiva, verso il diritto allo studio, verso la legittimità, verso l’efficacia dell’azione amministrativa e didattica, verso la libertà di insegnamento, dei diritti sindacali, della riservatezza, della trasparenza. In situazioni di reggenza il più delle volte si assiste ad un preside che diviene un supervisore, pur con tutte le incombenze, in questo caso raddoppiate. Il Piano dell’offerta formativa, ora triennale, è considerato la “carta di identità” della scuola. Nella nuova normativa è compito del Dirigente Scolastico definire gli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione, promuovere altresì i rapporti con gli enti locali, tener conto delle proposte e dei pareri degli organismi dei genitori e degli studenti. Tutto ciò risulta già complesso ed impegnativo in presenza di una sola sede dirigenziale. Se lo immaginiamo adattato ai casi di istituti dati in reggenza ci troviamo sicuramente in contesti molto più difficoltosi, a dir poco ingestibili. Ho ascoltato, partecipato a discussioni, condiviso con ex colleghi, collaboratori, funzioni strumentali, opinioni e considerazioni relative alla situazione di disagio venutasi a creare in istituzioni scolastiche “condivise”. Nella totalità di pensiero sono emersi scoramento, sconforto, sfiducia, smarrimento, demoralizzazione. Soprattutto nelle sedi staccate e succursali degli I. C.

Non è mia intenzione addossare la responsabilità ai Dirigenti Scolastici titolari della reggenza, ci mancherebbe. E’ un incarico reso obbligatorio dalla normativa e quindi irrinunciabile se non per seri e comprovati motivi. In effetti la maggior parte delle volte si riduce ad una o due visite settimanali, specialmente se la sede dista parecchi km dalla scuola principale (senza contare le spese vive di trasferta, pasti che non vengono rimborsate). Carenza di presenza equivale a mancanza di una vera identità a cui fare riferimento, anche perché non sempre il Collaboratore Vicario (figura ormai disconosciuta) può disporre dell’esonero.

Pare superfluo affermare che poter disporre delle parole di un Dirigente Scolastico nell’immediato sia un importante stimolo per casi problematici, interventi diretti, responsabilità da assumersi. Il senso di appartenenza che dovrebbe caratterizzare tutti gli ambienti di lavoro, di professionalità all’interno delle istituzioni scolastiche si riduce, non trova possibilità di applicazione particolarmente in questi ultimi anni scolastici che hanno visto l’immissione in ruolo di un nutrito numero di docenti nelle varie fasi di inserimento. Non credo che affermare che ci troviamo di fronte una situazione a dir poco paradossale e drammatica non possa essere condivisa da quelle persone che “fanno” scuola veramente. Pensiamo ai numerosi studenti, alle loro famiglie che aspettano risposte sicure, in attesa che le loro scuole possano arrivare ad avere persone al loro vertice, preparate, competenti, ma soprattutto a tempo pieno. Come sempre la scuola, la formazione, l’apprendimento non vengono considerate una “risorsa” per il futuro, ma un surplus che ci rende sempre meno competitivi in Europa e nel mondo.
Sinceramente tale fenomeno non dovrebbe coincidere con La Buona Scuola!

Cordiali saluti.

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