Comitato per la Vera Buona Scuola. Collaboriamo e costruiamo insieme la nostra scuola

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“COMITATO PER LA VERA BUONA SCUOLA – INFANZIA E PRIMARIA” – E’ indubbio che leggi – decreti – regolamenti – procedure ed altro, talvolta evidenziano errori, illogicità, incompetenze attribuibili ad una burocrazia in parte superficiale ed irresponsabile.

Per chiarire e correggere tanta assenza di chiarezza il cittadino prova a ricorrere alle Magistrature: Ordinaria – Tributaria ed Amministrativa nel tentativo di ottenere risposte CERTE e DEFINITIVE nel merito dei “testi nebulosi” di decreti ed atti vari.

Quando sono gli insegnanti a dover ricorrere alla magistratura abbiamo la palese dimostrazione che il sistema scuola “fa acqua” sotto troppi punti di vista e un paese civile non può permetterselo. Il fatto di “stare appesi” alle varie pronunce dei giudici rappresenta un fallimento per tutti ma soprattutto per quanti, come noi insegnanti, danno un valore alla continuità scolastica intesa anche come collaborazione e apertura alle famiglie e al territorio. Le sorti della scuola italiana non possono essere “appese” alla pronuncia della plenaria. C’è un problema. Dobbiamo affrontarlo. In che modo?

COLLABORIAMO e COSTRUIAMO insieme la NOSTRA SCUOLA. Si potrebbe iniziare a fare un censimento per valutare con dati concreti alla mano la situazione attuale di tutti i DIPLOMATI MAGISTRALI e partire proprio da qui per valutare la situazione a 360 gradi. Come può la scuola essere considerata un’istituzione se tutto viene lasciato alla precarietà più assoluta? Una precarietà di cui i primi a farne le spese sono gli alunni. La scuola ha bisogno di continuità, i precari hanno bisogno di stabilità e tutti hanno bisogno di maggiori certezze. Gli alunni di oggi, cittadini del domani, non possono permettersi errori continui dovuti ad un sistema che troppo spesso non funziona. Un esempio a riguardo è rappresentato dalle graduatorie di merito dell’ultimo concorso a cattedre: com’è possibile che la graduatoria definitiva venga continuamente rettificata a seguito di ricorsi?

E’ così difficile calcolare un punteggio esatto? Anche laddove tutto potrebbe essere logico e semplice abbiamo la capacità di trasformarlo in qualcosa di nebuloso e incomprensibile e a farne le spese sono sempre loro, gli alunni. Questa nostra preoccupazione non dovrebbe essere condivisa dalla politica? Perché non si riesce mai a instaurare un dialogo costruttivo che punti a un cambiamento di rotta definitivo? Altro esempio di Istituzione non funzionante e a tratti superficiale è rappresentato dalla schiera dei diplomati magistrali a indirizzo linguistico che portano avanti da anni la loro battaglia per vedersi riconosciuto un diritto. Alla luce delle ultime sentenze del Consiglio di Stato che vedono il Miur condannato al pagamento delle spese non sarebbe meglio pensare ad utilizzare questi soldi investendo nel mondo scuola? Ci rifiutiamo di pensare che questa superficialità nell’affrontare ogni battaglia giuridica sia dovuta al fatto che da un punto di vista materiale gli unici a pagarne veramente le spese siano nuovamente i cittadini e non chi ha commesso l’errore.

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