Cheating e INVALSI: mappatura dell’imbroglio scolastico e sue conseguenze

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Il cheating è il fenomeno etico-pedagogico rappresentato dall’imbroglio scolastico, ovvero il copiare da parte degli studenti, a volte incoraggiati anche dagli insegnanti soprattutto durante valutazioni come le prove INVALSI.

Il cheating è il fenomeno etico-pedagogico rappresentato dall’imbroglio scolastico, ovvero il copiare da parte degli studenti, a volte incoraggiati anche dagli insegnanti soprattutto durante valutazioni come le prove INVALSI.

Da uno studio di Lorenzo Newman per Quattrogatti.info e Global Shapers – Rome Hub pubblicato sul sito quattrogatti.info  è possibile capire più a fondo il fenomeno del cheating in ogni sua possibile manifestazione. Lo studio, che si basa anche sull’analisi statistica condotta dall’INVALSI, evidenzia il fatto che il fenomeno  è maggiormente concentrato nelle zone dove il benessere socio-economico è minore e i risultati scolastici peggiori. Il fenomeno del cheating, infatti, è maggiormente concentrato nel meridione dell’Italia, in regioni come Campania, Calabria e Sicilia.

Il cheating risulta essere determinante nella formazione dei giovani poiché essendo un fenomeno che avviene durante gli anni di scuola, quelli cioè in cui si formano anche i valori dei giovani, e a volte l’imbroglio nei test scolastico è incoraggiato e aiutato anche dagli insegnanti (come nel caso degli INVALSI, appunto), figure di riferimento.

Il cheating è quindi un comportamento scorretto che non rende attendibili i risultati delle valutazioni scolastiche: i ragazzi copiano per la maggior parte dei casi in autonomia, ma a volte accade che lo facciano anche con la complicità dei propri docenti che possono aiutare o il singolo alunno o l’intera classe. L’insegnante, inoltre, può inficiare i risultati dei test anche nel momento in cui corregge le valutazioni cercando di favorire o il singolo studente o l’intera classe.

Anche se non ci sono studi che possa dimostrarlo, il cheating può influenzare i valori dei ragazzi che impara fin da piccolo l’arte dell’imbroglio e la via più facile per ottenere alti risultati senza troppo sforzo. Può essere questo tipo di comportamento una proiezione di valori già esistenti nella società che ci circonda?

Cosa è il cheating
Per cecare di capire meglio il fenomeno del cheating si sono studiati i dati esistenti in materia: da una parte i risultati delle verifiche dei test INVALSI, che si svolgono ogni anno in quasi tutte le scuole italiane, dall’altra dati forniti dagli stessi studenti attraverso video e immagini forniti a Scuolazoo, e ancora attraverso il materiale disponibile sul mercato destinato alla “copiatura”. Esistono dei veri e propri kit finalizzati all’imbroglio nelle verifiche, come ad esempio quello che è stato chiamato “Orologio bigliettino”.

Pur non esistendo dati che consentano i confronto tra i diversi Paesie non esitendo neanche dati che permettano di stabilire quantitativamente quale tipo di cheating sia stato messi in atto si può procedere soltanto tramite congetture che vengono, però, valorizzate dalle statistiche dell’INVALSI.

 

Cheating e INVALSI

A studiare approfonditamente il fenomeno l’INVALSI che temendo, da una parte l’imbroglio al fine di sabotare i test, visto che molti docenti e molti studenti si sono espressi contrariamente ai test che vengono somministrati agli studenti senza tenere conto dell’Offerta Formativa della scuola o del programma di studio svolto nel corso dell’anno scolastico, dall’altra la distorsione portata dagli imbrogli, monitora costantemente i risultati delle verifiche somministrate approssimando gli indicatori di cheating in ciascuna classe.

L’approssimazione avviene in 3 passi:
1) In ogni classe si valutano media, deviazione, standard, risposte mancanti, omogeneità delle risposte:
2) Con gli indicatori è possibile ricavare un “profilo comportamentale anomalo”;
3) Si individua il grado di vicinanza al profilo di comportamento anomalo per stabilire la propensione al cheating di ogni classe.

Distribuzione geografica del Cheating
Come anticipato le regioni del meridione sono quelle dove il fenomeno del cheating è maggiormente concentrato, in particolare, analizzando gli anni 2011, 2012 e 2013 Sicilia, Calabria e Campania sono le più interessate.

(Foto tratta dallo studio di Lorenzo Newman su www.quattrogatti.info)

La stessa statistica si riscontra sia analizzando i risultati delle valutazioni di italiano che quelle di matematica e misurando le valutazioni di scuola primaria e secondaria, anche se il fenomeno sembra più diffuso nelle scuole medie e nei licei rispetto alla scuola primaria

Le province dove il cheating avviene maggiormente sono, non casualmente dunque, sempre le stesse come si può notare dalla foto tratta dallo studio di Lorenzo Newman.

Come si spiega il fatto che i ragazzi sono maggiormente portati a fare cheating dove il benessere socio-economico è minore? Dipende dal contesto familiare o economico? Inoltre, facendo un confronto incorciato si è rilevato che le province dove si copia maggiormente sono quelle dove i ragazzi hanno ottenuto risultati peggiori in pagella. Le domande che viene da porsi al riguardo sono molte: i ragazzi che copiano si abituano a non studiare? Nelle scuole dove si ottengono risultati peggiori gli insegnanti sono spinti ad aiutare i ragazzi nella copiatura per paura di una valutazione in base al risultato dei test INVALSI? E di conseguenza, dove gli insegnanti incentivano il cheating i ragazzi ricevono una istruzione peggiore?

Conseguenze del cheating
Le conseguenze del cheating rendono difficile la valutazione del sistema educativo poiché inficiano l’analisi dei test non garantendo la possibilità di una valutazione reale di insegnanti e studenti e di conseguenza non permettendo di trovare metodi volti a migliorare il sistema scolastico italiano. Il cheating diventa, dunque, come ha sottolineato anche il MIUR, un ostacolo all’apprendimento e quando gli insegnanti lo incentivano, può portare, addirittura ad una mancanza di rispetto nel loro confronti da parte degli studenti.

IL "CHEATING" NELLE SCUOLE ITALIANE: CHI IMBROGLIA?

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