Certamen Acerranum Tertium, sfida di traduzione, commento e attualizzazione per 130 studenti

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comunicato Liceo “A.M.de’ Liguori” di Acerra – Sabato 18 marzo si è conclusa, con la Cerimonia di Premiazione voltasi nell’Aula Magna del Liceo “A.M.de’ Liguori” di Acerra, il  Certamen Acerranum Tertium, una gara nazionale, accreditata dal MIUR, di traduzione dalla lingua latina.

Il passo scelto dal Prof. Crescenzo Formicola, Ordinario di Letteratura Latina all’Università Federico II di Napoli, presidente della Commissione Giudictrice, è tratto dal I Libro delle Georgiche (vv. 118-159) e richiamava l’attenzione sul concetto del Labor Improbus: “su tutto fu vincente il lavoro gravoso e il bisogno pressante nella durezza di stare al mondo” (vv.145-146).

In campo ben 130 studenti, di cui un nutrito gruppo proveniente da fuori regione (Lazio, Basilicata, Puglia, Calabria), che si sono misurati non solo nella traduzione e commento filologico, come si conviene ad ogni Certamen, ma anche e soprattutto nell’attualizzazione del tema proposto dai versi virgiliani, in relazione al disastro ambientale e soprattutto rurale di cui, suo malgrado, la città di Acerra è stata ed è tuttora protagonista.

Come lo stesso Prof. Formicola ha sottolineato durante la Lectio Magistralis che ha aperto la Premiazione, il Labor è il termine centrale della poetica virgiliana delle Georgiche, e rimanda al rispetto della tradizione agricola dei padri e alla venerazione del rus, della terra, palestra in cui ciascuno, fino a qualche decennio fa, esercitava il proprio diritto ad essere cittadino. Queste idee hanno guidato gli studenti in gara nello stilare un commento non solo stilistico, ma anche attualizzato interpretando il passo alla luce della questione ambientale che interessa l’agro Acerrano, noto alle cronache con l’infausto appellativo di Terra dei Fuochi. Le “Georgiche” Virgiliane, con la loro entusiastica celebrazione del labor agricolae, appaiono il testo latino più adatto ad imprimere il sigillo dell’auctoritas culturale classica alla volontà del territorio acerrano di attuare una riconversione ambientale e produttiva che riscopra il rapporto tra antico e moderno in un’ottica di continuità. Fra i tanti elaborati valutati positivamente dalla commissione, si sono distinti quelli di Alessandra Pia Abate, del Liceo “G. Carducci” di Nola, cui è stato assegnato il Primo Premio, mentre a Noemi Tagliaferri, del “ Turriziani” di Frosinone, è andato il Secondo Premio, e a Paolo Caccavale, del “ De Bottis” di Torre del Greco, il  Terzo Premio.

Gioia dei vincitori, visibilmente commossi, felicitazioni della commissione composta, oltre che dal Prof. Formicola, dai Prof.ri Lazzaro Alfano, Antonio Alvino, Ferdinando Cavezza, già Dirigenti Scolastici, e dai giovani Prof.ri e cultori della materia Anna Lucia Iroso, Rita Giuntoli e Antonio Sena, quest’ultimo nostro concittadino. Il lavoro di squadra del comitato Tecnico-Scientifico, composto da docenti del Liceo “ A.M.de’ Liguori” di Acerra diretto dal Prof. Carmine De Rosa, ha dato ottimi frutti in questa terza edizione. Felici gli studenti partecipanti e i docenti accompagnatori, che hanno goduto anche di una visita alle Basiliche Paleocristine di Cimitile e allo splendido borgo di Sant’Agata dei Goti, orgoglioso il Sindaco, Raffaele Lettieri, dell’accoglienza e del fermento culturale che la sua Acerra ha saputo mettere in campo, sempre rivolti a quanto potesse suscitare interesse, desiderio, passione.

Significative le parole rivolte dal Prof. Sena agli studenti: “Nella nostra vita per farci capire traduciamo continuamente sentimenti, stati d’animo, idee.  La traduzione da una lingua all’altra obbedisce a questa medesima esigenza. Ma perché tradurre dal latino e dal greco? Oggi la diversità ci interpella e chiede di essere compresa. In questo contesto è significativo fare i conti con la diversità greca e latina che è al cuore della nostra coscienza di occidentali. È un allenamento formidabile. Conoscere il pensiero degli antichi nella loro lingua significa allenarci a capire come sulle loro idee abbiamo costruito in Occidente, nel corso dei secoli, un sistema di valori diverso dal loro ma in un continuo, serrato, confronto con loro”.

Leggiamo dunque i classici, per comprenderci, ma soprattutto per vivere, come diceva Gustave Flubert.

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