Cellulari in classe, ecco come i presidi di Reggio Emilia ne contrastano l’uso

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Cellulari fuori legge: ecco come i presidi delle scuole superiori di Reggio Emilia cercano di contrastarne l’uso in classe. Ce ne parla “Il Resto del Carlino”.

Per il preside del liceo artistico e del Secchi, è vietato l’utilizzo dei telefonini a meno che non ne sia richiesto l’uso dall’insegnante per l’attività didattica oppure non sia lo stesso alunno che debba tenerlo acceso per problematiche gravi. Se le direttive non sono rispettate, vengono chiamati i genitori oppure l’insegnante redige una nota. Nel caso di classi disattente, gli smartphone vengono requisiti dentro un cestino e poi riconsegnati al termine dell’ora.

Per la preside dello Zanelli, il cellulare va infilato nello zaino quando il docente spiega e, in una busta, sulla cattedra, quando ci sono i compiti in classe o le simulazioni di esami. Se qualcuno viene scoperto ad utilizzarlo per copiare, lo strumento viene sequestrato e restituito solo dopo un incontro tra docente e genitore.

Per il dirigente scolastico del liceo Moro si può utilizzare il cellulare in azioni concrete contro il cyberbullismo, ogni insegnante stabilisce un ‘patto d’aula’ con gli studenti senza particolari sanzioni.

Per la preside del Blaise Pascal lo smartphone va tenuto nello zaino silenzioso o spento, a volte viene requisito dal docente, chiuso in cassaforte e restituito una volta avvertiti i genitori.

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