Caro genitore, ti scrivo a proposito di inclusione

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera di Gianluca Rapisarda, Direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R.

Caro genitore,

anche tu come me, in questi giorni, ti sarai certamente indignato nel leggere e vedere (ascoltare per me) ripetuti ed allarmanti articoli di giornale e servizi televisivi che sottolineano la ciclica difficoltà dei vari Uffici Scolastici Regionali (USR) nel reperire, ad ogni inizio di nuovo anno scolastico, docenti per il sostegno ed il paradosso che, quando se ne trovano, essi sono spesso non abilitati e specializzati.

Anche tu come me sarai indignato nel constatare che questo fenomeno, pur essendo diventato “endemico” nel sistema educativo del nostro Belpaese, viene affrontato con leggerezza e superficialità dal Miur, che si incaponisce, al contrario ed inspiegabilmente, nella sua mancata azione di “stabilizzazione” degli insegnanti specializzati.

Anche tu come me sarai indignato nel sapere che, dal 2007, anno di costituzione delle cosiddette “Graduatorie ad esaurimento”, le immissioni in ruolo spettano per metà ai vincitori di concorso e per l’altra metà agli iscritti alle Gae ma che, per il sostegno, questi arruolamenti sono ridotti ormai al lumicino sia per l’insufficiente numero di assunzioni dei vincitori (tra l’altro pochissimi) dell’ultimo Concorsone voluto dalla Buona Scuola, sia perché le Graduatorie ad esaurimento, attualmente, si sono quasi del tutto svuotate.

Anche tu come me sarai indignato perché, a causa di incomprensibili circolari del Ministero dell’Istruzione, in caso di assenza di docenti specializzati di ruolo e dei supplenti con il titolo di specializzazione, i posti vacanti (una buona parte, considerata l’ormai pressoché totale mancanza di vincitori di concorso e con le Gae praticamente smaltite) possono essere coperti con quelli che la “burocrazia ministeriale” chiama supplenti “in deroga” o, ancor peggio, “senza titolo”: docenti che, a settembre, si reinventano ogni anno insegnanti di sostegno.

Caro genitore,

comprendo a pieno che tutte queste “distorsioni” del nostro sistema inclusivo, ormai “inchiodato” sulla sola figura del docente per il sostegno, ovviamente, non fanno altro che alimentare e corroborare la tua convinzione che, senza la presenza dell’insegnante specializzato in classe, tuo figlio non avrebbe assicurata un’inclusione di qualità.

E capisco pure perfettamente che tale preoccupazione ti induce spesso a ricorrere ai vari Tribunali Amministrativi di tutta Italia per vedere giustamente riconosciuto il “sacrosanto” diritto allo studio di tuo figlio.
Caro genitore,

vorrei tuttavia che, come me, tu ti indignassi in maniera altrettanto energica per l’”atavica” riottosità della scuola italiana (tra l’altro non rigettata dal recente Decreto attuativo della Buona Scuola sul sostegno) nello scardinare la falsa credenza che l’insegnante di sostegno sia l’unico “garante” del processo di inclusione, che solo lui sia l’insegnante del singolo alunno con disabilità e, pertanto, il solo insegnante di tuo figlio.
Infatti, ben venga una formazione specifica sulle singole disabilità da parte dei docenti specializzati, ma ciò non deve ingenerare una deresponsabilizzazione dei professori titolari nei confronti degli insegnamenti e delle valutazioni destinati a tuo figlio. Serve piuttosto “formazione in servizio” sulla Didattica inclusiva e sulla Pedagogia speciale anche per gli insegnanti disciplinari e per tutto il personale scolastico, altrimenti non è attuabile il principio della scuola “per tutti e per ciascuno”.

Caro genitore,

ti dirò di più. Tutto ciò non basta!
Infatti, ti prego di non dimenticare, come d’altra parte non manco di ricordare ormai da tempo alle famiglie dei nostri ragazzi con disabilità, che per un’inclusione di qualità degli alunni disabili non servono soltanto il docente per il sostegno e gli insegnanti curricolari con una formazione specifica sull’inclusione, ma anche e soprattutto un “contesto” veramente inclusivo.

Io vorrei che si passasse finalmente dalla logica del docente di sostegno a quella del sostegno “diffuso” garantito dal contesto, recuperando lo spirito genuino ed autentico del nostro modello di inclusione, sancito dall’ICF dell’OMS del 2000 e dagli art nn. 24 e 19 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006.

Caro genitore,

per tutto quanto sopra esposto, t’invito allora a “batterti” con noi esperti di inclusione scolastica, affinché la neonata Delega sull’Inclusione della Buona Scuola non sia solo sulla carta e contribuisca invece concretamente a promuovere l’organizzazione di un contesto veramente accogliente e inclusivo, dove il Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) sia parte integrante della progettazione, della didattica e della valutazione delle istituzioni scolastiche e dei loro PTOF, dove i “famigerati” CTS (azzerati dal suddetto Decreto sull’inclusione della Buona Scuola) possano “rifiorire” e favorire la resa accessibile degli ambienti e degli strumenti didattici, in stretta collaborazione con la scuola frequentata da tuo figlio e, soprattutto, dove lui possa partecipare con i compagni e come i compagni ad attività laboratoriali, di alternanza scuola-lavoro e scolastiche ed extrascolastiche, in totale autonomia, o comunque facendo gradatamente a meno del docente di sostegno.

Caro genitore,

nel salutarti, ti rammento che, solo tali condizioni “inclusive” dell’intero contesto scolastico (e non la delega al solo docente specializzato del processo di inclusione di tuo figlio)potranno realisticamente garantirgli “pari opportunità” nel raggiungimento del massimo possibile dei traguardi individuali d’istruzion e la realizzazione di un reale ed efficace progetto di VITA INDIPENDENTE.

Gianluca Rapisarda
Direttore scientifico I.Ri.Fo.R.

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