Bullismo: un cortometraggio. L’importanza dei docenti di Diritto nella prevenzione

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Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo ha assunto oggi i connotati di una vera e propria emergenza sociale, ne sono palese riprova i sempre più frequenti casi di violenza fisica e verbale che sfociano persino nell’istigazione al suicidio.

Sono apprezzabili tutte le iniziative scolastiche che educhino le future generazioni a prevenire fenomeni di violenza, capaci di manifestarsi nelle forme più diverse e aberranti, ma tutte accomunate da un comune denominatore, l’offesa e la mortificazione di ciò che diverge dai supposti canoni prevalenti. Lo studio delle regole per una convivenza civile e democratica, delle fattispecie di reato e le relative pene, nella loro funzione di costituire un valido deterrente, rappresenta un valido strumento di prevenzione di atti di bullismo e una delle principali forme di educazione e istruzione alla legalità.

Insegnare agli studenti i concetti di uguaglianza e non discriminazione sancita in tutta la prima parte della Costituzione, tutti i principi che riconducono ai variegati aspetti del diritto all’integrità personale necessari prerequisati didattici per trattare i fenomeni sociali di cui si discute necessita di una robusta connotazione giuridica. E’ innegabile che un intervento esclusivamente progettuale ed occasionale, peraltro affidato ad esperti esterni al contesto scolastico, vanificherebbe il fine alto che si propone l’attuale disegno di legge sul bullismo all’attenzione del Senato. I casi di violenza di genere e di bullismo presso le scuole medie e superiori, lasciano spazio a una constatazione di fondo: gli adolescenti, in questo non aiutati dal contesto ambientale e familiare, spesso ignorano le possibili conseguenze della violenza perpetrata, non solo sulla psiche delle vittime, ma anche per se stessi; in altri termini, ignorano di commettere reati passibili di condanna, anche grave. Conoscenza delle fattispecie di reato, beninteso, non come aspetto meramente nozionistico, ma come ulteriore deterrente a non commetterne.

Occorre, quindi, un indottrinamento specifico e non sporadico, dove per indottrinamento si intende istruzione dei concetti chiave di uguaglianza e ma anche di reato, lesione del diritto e pena, quale conseguenza della violazione e della violenza, che va necessariamente affidato a professionisti della materia, risorse umane – tra l’altro – già in forza nella scuola pubblica italiana.

Pertanto, sono inaccettabili le iniziative scolastiche che affidano l’insegnamento delle regole del vivere civile ad esperti esterni senza prima ricorrere all’impiego delle risorse umane e professionali già a disposizione della scuola. Un non impiego da parte dei Dirigenti Scolastici e degli Uffici Scolastici Regionale dei docenti di diritto ed economia per l’istruzione della legalità fin dalle scuole medie costituirebbe uno spreco del denaro pubblico, tra l’altro denunciabile alla Magistratura competente, oltre che una mortificazione di tutti quei professionisti adeguatamente formati, abilitati e specializzati.

E’ possibile prevenire e quindi combattere il bullismo seguendo due strade parallele, da un lato l’istruzione alla legalità affidata a docenti specializzati e dall’altro garantire il coinvolgimento attivo degli alunni in attività didattiche che portino gli alunni a capire quale può essere lo stato d’animo della vittima quando patisce atti di bullismo o cyberbullismo.

Segue, pertanto, un esempio di un lavoro svolto con gli alunni delI’I.P.S.S.E.O.A. Colombatto di Torino. I ragazzi dell’istituto, a seguito di un bando scolastico, si sono cimentati nella stesura di un racconto sulle tematiche correlate alla violenza. Il racconto migliore è diventato poi la trama di una scenografia per un cortometraggio, dove gli autori del testo si sono resi disponibili anche ad essere attori del video stesso. Il cortometraggio, realizzato con l’aiuto del regista torinese Roberto Loiacono, è stato premiato dal Procuratore Capo del Tribunale dei Minori di Torino la dott.ssa Baldelli e dal Giudice Caselli in occasione del salone del libro.

La prof.ssa Musone coglie l’occasione per ringraziare ancora una volta gli studenti del Colombatto e per lanciare un appello a chi suo malgrado è coinvolto in episodio di bullismo o altro tipo di violenza: il bullo è fondamentalmente un debole che infrange le regole e lede la dignità personale della vittima, pertanto va denunciato subito sia alle autorità competenti che al Dirigente Scolastico.

Il link del cortometraggio

Maria Giovanna Musone
Dipartimento legale e culturale Apidge

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