Bonus premiale. ANIEF: “Polemica tra i sindacati su come assegnare i soldi del “merito” previsti dalla Buona Scuola”

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ANIEF – Arriva, seppure in ritardo, la polemica su come assegnare al personale docente i 200 milioni annui previsti dalla riforma della scuola, attraverso i commi 126, 127 e 128 della Legge 107/15.

ANIEF – Arriva, seppure in ritardo, la polemica su come assegnare al personale docente i 200 milioni annui previsti dalla riforma della scuola, attraverso i commi 126, 127 e 128 della Legge 107/15. I sindacati rappresentativi vorrebbero discuterli sul tavolo di contrattazione d’Istituto con le Rsu. Il Miur temporeggia, incaricando i suoi esperti per valutare la fattibilità della protesta, ma intanto altre organizzazioni sindacali si dicono contrarie alla proposta dei colleghi.

L’impressione è che – tra omissioni, accuse, protagonismi e crociate da parte di chi dovrebbe difendere i diritti dei dipendenti – alla fine a rimetterci saranno proprio i docenti. Anche la stampa specializzata si pone il dubbio. Oggi, Orizzonte Scuola si chiede: “Come distribuire questi soldi? Non mancano le proposte di assegnare una quota pari a tutti i docenti, che si aggirerebbe intorno ai 250 euro lordi a testa. Di diverso avviso l'ANP, sindacato dei presidi, che su quest'argomento ha le idee chiare poiché "ricalcherebbe un vecchio schema, fin qui dominante". Meglio, quindi, dare mille euro ad un quarto dei docenti, o addirittura più soldi ad otto o dieci docenti, ma con criteri che permettano di anno in anno di premiare docenti diversi”.

Eppure, la Legge 107 parla chiaro: quei fondi previsti dalla 107/15 si riconducono al salario accessorio che, per il Decreto Legislativo 150/09, la riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione, non è più oggetto di contrattazione. E quei sindacati, che hanno firmato l'intesa interconfederale con il Governo nel febbraio 2011 dando luogo ad un preciso atto di indirizzo all'Aran, lo sanno bene. Perché, quello sciagurato accordo interconfederale del 4 febbraio 2011 (non firmato da Flc-Cgil e Confedir) e il successivo atto di indirizzo all’ARAN del 15 febbraio 2011, hanno di fatto sancito il blocco dell’anzianità di servizio maturata dai neo-assunti per realizzare gli obiettivi di invarianza finanziaria.

Detto questo, il Governo dovrebbe anche sapere che il blocco delle buste paga è in disaccordo con l’articolo 2, comma 35, della legge n. 203/2008, dalla legge finanziaria 2009 e anche le disposizioni previste dal Decreto Legislativo 150/2009 . Un concetto ribadito anche con la sentenza della Corte Costituzionale dell’estate scorsa, che ha reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della PA.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, “i sindacati rappresentativi, comunque, possono sempre ricorrere in tribunale per conto dei lavoratori e sollevare questione di legittimità costituzionale. Nel frattempo, Anief ricorre per sbloccare l'indennità di vacanza contrattuale e aumentare del 10% gli stipendi dall'agosto 2015. È duro ammetterlo, ma l’unico posto dove si può chiedere di non calpestare più l’articolo 36 della Costituzione sull’adeguata retribuzione in rapporto al lavoro profuso è rimasto il tribunale”.

Il personale docente e Ata che intende recuperare l’indennità di vacanza contrattuale non percepita negli ultimi anni e l’applicazione di uno stipendio maggiore, può cliccare sul seguente LINK e ricorrere con il sindacato Anief.

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