Bonus insegnanti non entra nella manovra, ma gli altri interventi hanno funzionato

Di Lalla
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inviato dal Sen. Pittoni – «Nella manovra non c’è il bonus permanenza per gli insegnanti precari. Non si è trovata l’intesa sulla proposta che, come Lega Nord, avevamo predisposto a salvaguardia dei docenti sia del Nord che del Sud, ai quali nel 2007 è stato chiesto di fare una scelta territoriale definitiva, che garantiva un minimo di stabilità lavorativa a loro e una pur relativa continuità didattica agli studenti.

inviato dal Sen. Pittoni – «Nella manovra non c’è il bonus permanenza per gli insegnanti precari. Non si è trovata l’intesa sulla proposta che, come Lega Nord, avevamo predisposto a salvaguardia dei docenti sia del Nord che del Sud, ai quali nel 2007 è stato chiesto di fare una scelta territoriale definitiva, che garantiva un minimo di stabilità lavorativa a loro e una pur relativa continuità didattica agli studenti.

Ora, in seguito agli ultimi interventi legislativi e in conseguenza di un’accentuata disomogeneità nei punteggi, questi docenti si ritrovano con la loro situazione rimessa in discussione. Anche se va ricordato che in loro soccorso vengono alcuni provvedimenti sul tema, da noi concordati con il ministro Gelmini e inseriti nel testo originale del decreto sviluppo, la cui bontà sembra confermata dai primi dati disponibili, che segnalano un numero di spostamenti decisamente più contenuto rispetto alle previsioni». La segnalazione è del senatore Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio in commissione Istruzione del Senato, e autore della proposta del bonus permanenza al centro di accese polemiche nelle ultime settimane.

Il parlamentare è «relativamente soddisfatto per i posti di lavoro che si è riusciti a salvare. Non è – spiega – rimettendo gli insegnanti delle graduatorie ad esaurimento in concorrenza tra loro che si risolvono i problemi: si toglie semplicemente il lavoro a qualcuno per assegnarlo ad altri, con tutti gli sconquassi che ne derivano. Sul bonus, che avrebbe garantito un buon livello di stabilità, si è scatenata l’opposizione con accuse di incostituzionalità prive di fondamento, visto che un meccanismo premiale simile esiste già per gli insegnanti titolari. Si trattava solo di estenderlo ai precari.

Per essere chiari il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo prevede per i trasferimenti a domanda dei docenti un punteggio aggiuntivo come segue: 6 punti per il servizio prestato continuativamente nella stessa scuola negli ultimi tre anni; 2 punti per ogni ulteriore anno di servizio entro il quinquennio; 3 punti per ogni ulteriore anno di servizio oltre il quinquennio; 10 punti una tantum – conclude Pittoni – per coloro che per un triennio (dal 2000/2001 al 2007/2008) non si sono trasferiti in altra scuola».

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