Benedizioni scuola, Consiglio di Stato sospende stop del Tar

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A rendere noto il provvedimento, il "Comitato Scuola e Costituzione" composto da docenti e genitori che avevano fatto ricorso contro le benedizioni a scuola.

A rendere noto il provvedimento, il "Comitato Scuola e Costituzione" composto da docenti e genitori che avevano fatto ricorso contro le benedizioni a scuola.

Il Tar dell'Emilia-Romagna un mese fa aveva annullato la delibera di un Consiglio d'Istituto di Bologna che aveva autorizzato una benedizione a scuola. Sentenza che è stata sospesa dal CdS a seguito di ricorso da parte del Ministero e della scuola interessata.

L'avvocatura generale dello Stato ha richiesto l'annullamento della sentenza. Il Comitato ha così commentato, "Non conosciamo la motivazione del decreto. Ma il provvedimento risulta incomprensibile, non essendovi in questo caso nulla da sospendere, se non il valore e l'autorevolezza di precedente giurisprudenziale della decisione del TAR".

"In data 29/01/16 – continua il comunicato – il TAR di Bologna con sentenza aveva annullato la delibera del Consiglio di istituto e le tre convenzioni stipulate fra la Dirigente e i tre parroci richiedenti, in quanto la benedizione pasquale cattolica, essendo rito religioso e non attività formativa/culturale, non può essere consentita nei locali scolastici perché non rientra in nessuna di quelle attività di cui la legge consente lo svolgimento in ambito scolastico. Contro questa sentenza il Ministero della Istruzione, tramite l'Avvocatura Generale di Stato, ha presentato appello al Consiglio di Stato formulando anche la richiesta di sospendere immediatamente l'esecutività della sentenza, fuori dall'udienza e senza sentire i ricorrenti. Questa mattina il Presidente della VI Sezione ha accolto l'istanza ministeriale e quindi ha sospeso l'esecutività della sentenza con effetto immediato".

"Il Ministero ha voluto, evidentemente – concludono -, sospendere l'affermazione di un fondamentale principio (costituzionale) scavalcando la legittima dinamica processuale e senza attendere la pronuncia del giudice d'appello. Purtroppo la voce ministeriale ha trovato ascolto giurisdizionale. Consideriamo infine inaccettabile che la decisione sia stata assunta senza prima aver sentito i ricorrenti al TAR. Ancor più inaccettabile che la udienza di discussione della sospensiva sia stata fissata per il 28 aprile, cioè dopo Pasqua". "Si continua a calpestare la Costituzione e la laicità dello Stato", aggiunge Monica Fontanelli, insegnante dell'Istituto 20.

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