In aumento del 68,2% i reati compiuti da minori in Italia: come prevenire

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GB – E’ in aumento la delinquenza minorile, quella delle baby gang. E’ quanto emerge da un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia Italiana (Maggio 2012).

Secondo i dati diffusi dal Dipartimento della Giustizia Minorile, tra il 2012 e il 2013 circa il 68,2% dei reati compiuti da minori infatti è stato commesso insieme ad altri, vere e proprie baby gang organizzate.

La baby gang si differenzia da altri tipi di gruppi giovanili per alcune caratteristiche:
1.È guidata da un leader
2.Ha una precisa gerarchia interna
3.Controlla un territorio (borgata, classe, ecc)

GB – E’ in aumento la delinquenza minorile, quella delle baby gang. E’ quanto emerge da un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia Italiana (Maggio 2012).

Secondo i dati diffusi dal Dipartimento della Giustizia Minorile, tra il 2012 e il 2013 circa il 68,2% dei reati compiuti da minori infatti è stato commesso insieme ad altri, vere e proprie baby gang organizzate.

La baby gang si differenzia da altri tipi di gruppi giovanili per alcune caratteristiche:
1.È guidata da un leader
2.Ha una precisa gerarchia interna
3.Controlla un territorio (borgata, classe, ecc)
4.È stabile nel tempo

Le cause scatenanti dei comportamenti devianti dei giovanissimi vanno ricercate negli ambienti dove gli adolescenti vivono e si confrontano: la famiglia e la scuola.

Contesti familiari problematici caratterizzati da conflitti, perdite, divorzi, abusi, mancanza di ascolto e contatto emotivo, provenienza da famiglie carenti sia da un punto di vista economico che culturale, possono essere considerati come cause che amplificano il disagio generazionale; anche le famiglie benestanti causano nei ragazzi il desiderio di trasgressione, che può sfociare in violenza e delinquenza.

La scuola dovrebbe aiutare la famiglia nel difficile compito della educazione, sia come formazione che come approccio alla relazione, ma non sempre si trova preparata a svolgere questo compito.

A scuola si verifica spesso il rifiuto dei pari e l’aggregazione selettiva tra compagni: il gruppo dei pari, riveste un ruolo fondamentale, al punto da essere considerato, al pari della famiglia e della scuola, un importante elemento formativo e di socializzazione, seppur di tipo informale.
Questo rifiuto può determinare una tendenza ad aggregarsi selettivamente con altri compagni strutturando rapporti di sfiducia con il resto dei pari.

Questo fenomeno può portare a rischio di devianza minorile.

Secondo la a psicologa Debora Contino, si può prevenire la devianza minorile: “attraverso la prevenzione, che dovrà interessare alunni, insegnati e genitori. È necessario farsi carico del problema e promuovere interventi tesi a costruire una cultura del rispetto e della solidarietà tra alunni e tra alunni ed insegnanti. Fare prevenzione a scuola significa anzitutto ritrovare fiducia nel mandato sociale dell’istruzione e questo può e deve essere possibile. E’ necessario che la scuola si adoperi per la creazione di spazi di aggregazione e occasioni di ascolto e dialogo reali, in cui il ragazzo possa sentirsi meno solo e abbandonato, dove possa “incontrare” l’altro, imparando a rispettare se e gli altri. Per far sì che questo si realizzi è dunque necessario che scuola e famiglia si alleino, sostenendosi a vicenda per evidenziare le risorse dei ragazzi attraverso strumenti più sensibili“

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