ATA, sindacati Bari: superare blocco supplenze e stabilizzare organici. No a mobilità intercompartimentale

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Documento Assemblea Sindacale, indetta dai sindacati provinciali di Bari-Bat IISS “Marco Polo” Bari – 22 marzo 2017

Sono passati già più di due anni da quando le nostre voci si contrappongono a norme nefaste del nostro governo, a partire dalla legge di stabilità 2015 che ha ridotto di 2020 unità gli organici ed ha cancellato la possibilità di sostituzione del personale amministrativo e tecnico assente e, per brevi periodi, anche dei Collaboratori Scolastici.

Le manifestazioni, organizzate dai sindacati, avevano previsto il verificarsi di una situazione insostenibile e critica in cui, di fatto, versano oggi le scuole statali italiane.

Aumentano gli adempimenti, in barba allo snellimento ed alla dematerializzazione, invocando e richiamando “trasparenza ed oggettività”, mentre si investono risorse in apparati e servizi tecnici esterni contro l’oggettiva necessità di garantire i servizi ordinari di uffici e segreterie e si finanzia la scuola privata anche attraverso le risorse dell’Unione Europea.

La legge cosiddetta “Buona Scuola” ha volutamente minato l’autonomia scolastica e tenuto fuori da un processo di riorganizzazione i servizi amministrativi, tecnici e ausiliari con l’obiettivo di estraniare il personale ATA dalla insostituibile, complementare azione educativa della funzione e del sistema scuola, scaricando il peso delle innovazioni (rendicontazione degli acquisti effettuati con carta del docente, bandi e rendicontazione per la formazione “obbligatoria”, aperture per attività di potenziamento, ecc.) sui servizi. Rimarchiamo che il ruolo del personale ATA della scuola ha una specificità peculiare rispetto ad altri dipendenti del pubblico impiego e merita di rimanere a pieno regime in un sistema educativo complessivo. La scuola, quale comunità educante riveste un ruolo importante nel sistema sociale ed è caratterizzata al suo interno da ruoli e professionalità ben definiti, ciascuno importante per la funzione educativa che svolge.

Se queste sono le linee di principio che l’azione di Governo deve riacquisire, non si può prescindere dal considerare che il supporto amministrativo e tecnico è funzionale al sistema, deve poter raggiungere obiettivi con certezza di tempi e procedure, con personale qualificato ed idoneo. Vogliamo partire dalla scelta, non condivisa con le OO.SS., di trasferire alle scuole gli esuberi dell’Area Vasta e della Croce Rossa cui si è riservato un trasferimento coatto, ingiustificato in un settore per lo più inadeguato al loro percorso professionale o, ancora più grave, di docenti inidonei, “costretti” in segreteria, che invece, talvolta, avrebbero bisogno di cura, assistenza o di diferenti mansioni in cui residuano capacità? Vogliamo fare riferimento ai continui dimensionamenti o al trasferimento di fascicoli ed archivi? Ed ancora, agli adempimenti straordinari quali manutenzione edifici, infortuni, applicazione di sentenze sempre più confusive, contenzioso? O ad adempimenti periodici quali bilanci, conguagli, pensioni, trasferimenti, graduatorie, progetti europei….

MA CHI CI GOVERNA CONOSCE VERAMENTE IL MONDO SCUOLA?

Paradossale, ora, che agli adempimenti scaricati da Uffici finanziari, Regioni e Comuni, si aggiungano quelli dell’INPS-gestione pubblica che, con un colpo di mano e supportato dall’Ufficio Scolastico, tenta di rimettere alle scuole l’onere della sistemazione contributiva e previdenziale delle posizioni individuali. Com’è cambiato in peggio il lavoro del personale amministrativo rispetto a quando ci si sentiva investiti di una funzione! E forse non ha senso conclamare la necessità di concorsi e passaggi di qualifica, perché tanto, con questi ritmi e marginalità professionali, i problemi resteranno irrisolti se non si fa un’analisi piena, complessiva su che cosa si voglia in corrispondenza di una prestazione lavorativa.

All’aumento delle responsabilità e degli adempimenti occorre rispondere con un efficace piano di assunzioni supportato da un sostanziale aumento degli organici – più che determinarne il decremento – con situazioni di sano equilibrio di forze e capacità, cui si giunga dopo un reale confronto con i sindacati ed i lavoratori su strategie, organizzazione, formazione. Ormai è tempo di comprendere che l’organico del personale ATA non può più dipendere dal risultato di una mera equazione derivante dal decremento/incremento degli alunni ma deve essere necessariamente collegato alla mole di lavoro, dei progetti e del decentramento amministrativo scaricato alle segreterie scolastiche.

Anche per i profili ATA deve essere previsto ed adottato l’organico potenziato per le particolari funzioni che svolgono, negli aspetti didattico educativi e nell’organizzazione tecnica ed amministrativa per la realizzazione degli obiettivi della scuola autonoma. L’organizzazione del lavoro va rivista, insieme ad una redistribuzione dell’organico. Vanno superate le contraddizioni delle esternalizzazioni dei servizi studiando forme di internalizzazione degli stessi. Vanno realizzate le figure di area C, già definite nel contratto, sia quelle amministrative che quelle tecniche per gestire professionalmente le nuove istanze richieste alla scuola.

In questi giorni stiamo assistendo ad un dibattito tutto ideologico sulla possibilità di avviare la carriera per i docenti. Per gli ATA dove con il contratto erano stati fatti passi concreti e convincenti sul piano della valorizzazione e della mobilità professionale, l’accanimento della funzione pubblica e del MEF hanno causato un blocco di fatto nelle procedure. Probabilmente al Governo ed alla burocrazia la valorizzazione e la professionalizzazione del personale interessano solo a parole. Secondo i sindacati quella esperienza positiva e condivisa va ripresa e potenziata.

Le Segreterie Scolastiche, come più volte denunciato dalle OO.SS., necessitano di ulteriori risorse professionali per la loro necessaria funzione di supporto alla mole di lavoro derivante dall’attività didattica. Ma qui si va avanti alla giornata, mettendo toppe ad un generale disegno di abbandono, di squilibrio, di infelici scelte da parte di chi la scuola non la conosce e non la vive. Governo ed Amministrazione facciano un attento, rigoroso, complessivo esame della situazione e non adeguino le finalità educativo-formative agli obiettivi di risparmio della spesa pubblica e di carattere verticistico!!!

Il Governo Renzi ha sottoscritto un impegno con il Sindacato a superare le contraddizioni della Brunetta e della 107, restituendo al contratto le materie su retribuzione organizzazione del lavoro e mobilità. Il nuovo esecutivo ha confermato questo orientamento. Ora è il momento della concretezza ed i sindacati continuano ad impegnarsi per arrivare all’appuntamento con idee forti e condivise, che costruiamo insieme, anche attraverso iniziative come questa.

Bari, 22 marzo 2017

Approvata all’unanimità

Flc Cgil

Cisl scuola

Uil Scuola

Snals-Cofsal

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