Assunzioni, il Miur pubblica con sei mesi di ritardo i criteri di selezione dell’algoritmo

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ANIEF – A sei mesi di distanza dalla conclusione delle immissioni in ruolo 2015/16, il Ministero dell’Istruzione rende finalmente pubblico l'algoritmo utilizzato per l’assunzione dei circa 50mila docenti della fase C del piano straordinario di immissioni in ruolo della Legge 107/15.

ANIEF – A sei mesi di distanza dalla conclusione delle immissioni in ruolo 2015/16, il Ministero dell’Istruzione rende finalmente pubblico l'algoritmo utilizzato per l’assunzione dei circa 50mila docenti della fase C del piano straordinario di immissioni in ruolo della Legge 107/15. Prendendo visione dei dati, pubblicati dalla stampa specialistica, trova conferma la denuncia dell’Anief, partita già con le assunzioni della fase B, sulla violazione delle norme sottese (commi 98, 100-101, art. 1, legge n. 107/2015) nella distinzione di una fase prioritaria provinciale e di un’unica fase nazionale a partire dalla seconda provincia scelta dai candidati.

È evidente che ci troviamo dinanzi ad un meccanismo di assunzioni inutilmente complicato – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e, soprattutto, deciso dopo il termine di presentazione delle domande. Rimane inoltre da chiedersi il perché di questo ritardo: forse, è stato attuato per evitare l’intervento del Tar dei tanti docenti che si sono sentiti deportati e che si sentono preclusa la mobilità professionale? Non c’è problema, c’è sempre il giudice del lavoro”.

Perché da una parte c’è una legge chiara, la 107/2015, che parla di “procedura nazionale [c. 98] scorrendo l’elenco di tutte le iscrizioni nelle graduatorie [c. 100] per ciascuna iscrizione in graduatoria [c. 101]”; dall’altra il Miur, che interpreta e costruisce l’algoritmo secondo due fasi: una relativa alla prima provincia scelta, definita ‘prioritaria’, e una unica nazionale a partire da tutte le altre province scelte dopo la prima.

“È una procedura, quella della doppia fase, non solo non prevista dalla norma di riferimento, ma addirittura decisa fuori tempo massimo – continua il presidente Anief -, poiché annunciata solo dopo la scadenza dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione alle fasi nazionali del piano straordinario di assunzioni. Una mossa evidentemente pensata per mettere una ‘toppa’ a una migrazione forzata e priva di senso di docenti su tutto il territorio nazionale. È un’operazione, peraltro, solo temporanea. Visto che la mobilità straordinaria, anche sui posti di potenziamento, rischia ora di mettere sulla ‘giostra’ i neoassunti in fase C (specie quelli immessi in ruolo al Sud) alla fine di quest’anno scolastico”.

Il rischio concreto, infatti, è che tanti insegnanti possano essere deportati con l’inizio del prossimo anno scolastico. Ad un anno dall’approvazione della riforma. “Perché – continua Pacifico – l’annuncio della fase provinciale ‘prioritaria’ ha generato, al contempo, sollievo in chi aveva ‘azzardato’ la prima provincia desiderata, e sconcerto in chi, invece, ignaro della mossa a sorpresa del Miur, aveva operato una scelta sofferta ma ritenuta necessaria per provare a mantenere un minimo di controllo sulla provincia di destinazione finale. Per tutti, i sentimenti provati sono confusione, incertezza e la sgradevole sensazione di trovarsi schiacciati all’interno di un meccanismo tanto improvvisato quanto ansiogeno”.

Il risultato è che alcuni docenti potrebbero aver ragione di rivendicare in tribunale il trasferimento in una provincia diversa da quella in cui sono stati assunti se – dopo l’istanza di accesso agli atti predisposta dall’Anief – potranno dimostrare di essere incappati in un ‘malfunzionamento’ dell’algoritmo.

“Che dire, quest’anno scolastico è partito all’insegna delle fasi per le assunzioni e si sta concludendo con le fasi della mobilità  , che a loro volta – conclude il presidente del sindacato autonomo – aprono le porte alla chiamata diretta e alla perdita di titolarità, lasciando ‘fuori fase’ migliaia di docenti”.

 

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