Assegnazioni provvisorie sostegno, nastrini rossi al consigliere regionale Damascelli: posti in deroga ai docenti di ruolo, lo prevede il CCNI

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Lettera aperta al consigliere regionale pugliese Domenico Damascelli

Gent.issimo dott. Damascelli, vorremmo intervenire per approfondire alcuni aspetti in merito alle sue dichiarazioni a cominciare dalle sue parole rilasciate sulla questione dell’assegnazione dei posti in deroga per i quali Lei sostiene che “bisogna verificare che il comma 69 dell’art. 1 della Legge 107 sia costantemente rispettato, evitando che le assegnazioni provvisorie utilizzino i posti in deroga del sostegno”, riteniamo doveroso chiarire al fine di ripristinare la verità dei fatti, che il comma 69, da Lei citato, esclude i posti in deroga, non perché, essi non vadano assegnati al personale di ruolo tramite la misura delle assegnazioni provvisorie, bensì perché essi, da sempre, sono attribuiti prioritariamente ai docenti di ruolo ed in subordine, qualora restassero posti non assegnati, alle Gae.

La invitiamo, se volesse appurare quanto da noi dichiarato, a leggere la normativa che disciplina tali assegnazioni, ossia il Ccnl 2016/2017 che individua i suddetti posti in deroga tra le disponibilità per le assegnazioni provvisorie nell’art. 1 co. 6, “nel quadro complessivo delle disponibilità sui posti dell’organico dell’autonomia e dell’adeguamento del medesimo alle situazioni di fatto” e nell’art. 3 co. 1, “Con riguardo al personale docente, gli accordi stipulati a livello regionale con le Oo.ss. determinano i criteri di definizione del quadro complessivo di tutte le disponibilità distinte tra i posti dell’organico dell’autonomia e i posti dell’adeguamento del medesimo alle situazioni di fatto.

In detto quadro, oltre ai posti di insegnamento eventualmente disponibili in ciascuna istituzione scolastica sono compresi anche i posti in deroga in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 22.2.2010, nonché tutti i posti comunque disponibili per un anno previsti dalla normativa vigente, dagli incarichi di presidenza, dal part-time, dai comandi ed utilizzazioni, dalla mobilità intercompartimentale che determinano disponibilità”, esattamente come in passato, in quanto la legge 107, non modifica, in alcun modo, tale disciplina.

Questo diritto è stato inoltre riconosciuto anche da diverse sentenze che hanno condannato gli Usp che non si sono attenuti alla normativa, accantonando posti in deroga per destinarli ai docenti delle Gae, in quanto questa condotta si configura come un illecito. Le citiamo a tal proposito una sentenza, una delle ultime in materia, l’ ORDINANZA N. 6744 21/12 2015 del giudice del lavoro del tribunale di Brindisi: “alla luce del quadro normativo e regolamentare disciplinante la materia, deve concludersi ritenendo che i posti disponibili entro il 31 dicembre debbano essere assegnati prioritariamente al personale di ruolo e solo all’esito, al personale supplente, essendo coerente con tale impostazione anche il CCNI laddove stabilisce che i posti utili alle assegnazioni provvisorie sono quelli risultanti dal quadro complessivo delle disponibilità, ed eventuali successive modificazioni ed integrazioni da predisporsi per ogni provincia (v. art. 1 comma 5 CCNI concernente le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’anno scolastico 2015/2016)”.

Le continue dichiarazioni fuorvianti creano quell’odiosa frattura tra rami di uno stesso albero. Infatti anche noi docenti “deportati” dei nastrini rossi siamo insegnanti provenenti dalle Gae.

Per motivi certamente diversi, abbiamo scelto di non correre il rischio di restare disoccupati partecipando, nostro malgrado, al piano di mobilitazione straordinario della legge 107 del 2015.

La domanda di adesione al piano nazionale, una scelta personalissima e difficilissima per entrambi gli interessati che però ci vede uniti proprio nella mozione denominata “la buona scuola” votata anche da lei lo scorso 21 luglio. Il documento, ricorderà, parla di ampliamento degli organici dell’autonomia, ossia di quel contingente utile alle scuole per permetterne il normale e regolare funzionamento annuale.

Chiedere più posti per le scuole pugliesi è un modo per permettere non solo a noi docenti di ruolo di rientrare nella nostra terra, ma sicuramente è l’occasione reale per porre fine a quell’odioso precedente, tutto italiano della reiterazione del precariato nelle scuole. Con più posti in organico, nelle nostre scuole pugliesi, si potrebbe davvero contribuire ad efficaci azioni di lotta a quei mali che continuano a mantenere aperta quella ferita mai rimarginata tra il nord e il sud Italia fatta di abbandono e dispersione.

Anche in Puglia e nel meridione abbiamo bisogno di più scuola con  più integrazione e vera crescita della società in tutti i suoi aspetti, da quello culturale a quello economico-sociale.

Allora, perché fomentare con le sue dichiarazioni questa sterile guerra fra poveri , quando siamo tutti vittime di storture di scellerate riforme che dalla scuola hanno solo tolto e mai dato?

Cordialmente,

Bari, 28 settembre 2016

dott.ssa Francesca Marsico

#nastrinirossidocenti Puglia, Campania, Abruzzo, Sicilia

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