Assegnazioni provvisorie: ancora record di 104 ad Agrigento. Ma a Lampedusa, dopo la presa di servizio, fenomeno assenteismo

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comunicato del segretario del PD di Lampedusa Peppino Palmeri – “Non è accettabile che alcuni docenti forti della legge 104/92 chiedono l’assegnazione provvisoria per rientrare in provincia scegliendo come sede proprio Lampedusa e Linosa che dista 220Km da Agrigento.

Facciamo fatica a credere che le centinaia di trasferimenti nelle assegnazioni provvisorie, di cui usufruiscono gli insegnanti di questa provincia siano tutti regolari, ma la cosa più eclatante che la nostra umana intelligenza non riesce a comprendere è con quale logica si possano assegnare a Lampedusa e Linosa i docenti della 104 se i familiari malati da assistere rimangono nei loro paesi? Lo spirito della legge prevede di dare un adeguato, aiuto psicologico, psicopedagogico, tecnico e prestare assistenza con la propria presenza fisica”.

“Per esempio come si può assistere un familiare diversamente abile residente a Canicattì se il docente come sede d’insegnamento ha scelto Lampedusa? Altro motivo inquietante rimane il fatto che con l’attribuzione facile della legge 104/92 i docenti lampedusani si vedono scavalcati dai colleghi della provincia e costretti ad emigrare in altri posti del nord Italia, la massiccia presenza di beneficiari della suddetta legge nella provincia di Agrigento, (unica in Italia ad avere un così alto numero di insegnanti), impedisce a diversi docenti di ruolo lampedusani di rientrare nella propria isola, in modo da garantire anche la continuità didattica nelle scuole delle due isole.

A Lampedusa e Linosa, il diritto allo studio – sostiene Palmeri – non è garantito come nel resto del territorio nazionale, proprio a causa dell’assenteismo dei docenti provenienti da Agrigento e dai comuni limitrofi, che puntualmente, dopo aver preso servizio, sfruttano ogni forma di diritto riconosciuto dalla legge (malattia, maternità, congedo parentale, legge 104/92 ecc.), per rientrare nei loro paesi di provenienza.

Alle classi lasciate scoperte, vengono nominati dei supplenti, per garantire le attività scolastiche. Oltre all’aggravio economico per il bilancio dello stato, in primo luogo chi ne subisce sono gli alunni che si trovano senza una regolare continuità didattica come avviene nel resto del Paese”.

Il comunicato

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