Approvate linee guida per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche della regione Basilicata

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Su proposta dell’assessore alle politiche di sviluppo, lavoro, formazione e ricerca, Roberto Cifarelli, la Giunta regionale ha approvato le “linee guida per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche della regione Basilicata per il triennio 2018/2021”

“Con questo strumento – spiega l’assessore Cifarelli – la Regione Basilicata individua i criteri e le modalità per la programmazione della rete scolastica per gli anni scolastici 2018/2019, 2019/2020, 2020/2021, ai quali gli enti locali devono attenersi per la definizione dei rispettivi piani provinciali di dimensionamento delle istituzioni scolastiche. La Regione Basilicata – continua l’assessore – ha apportato negli ultimi anni le modifiche per assicurare continuità e stabilità all’organizzazione e all’offerta formativa scolastica, a garanzia dell’equilibrio territoriale, ponendo particolare attenzione alle aree territoriali caratterizzate da criticità, di efficace esercizio dell’autonomia scolastica e di una pluralità di scelte formative, in modo da rendere pienamente fruibile l’esercizio del diritto all’istruzione”.

Questi in sintesi alcuni criteri a cui dovranno attenersi gli Enti competenti nella redazione dei propri piani di dimensionamento: le istituzioni scolastiche devono essere strutturate con un numero di alunni non inferiore a 600 unità; in comuni montani il numero minimo degli alunni è ridotto a 400; riduzione delle pluriclassi; prevedere, nelle scuole del primo ciclo, nell’ambito dello stesso grado di istruzione e dello stesso comune, un numero di plessi coerente rispetto al numero degli alunni, evitare che, nel comune in cui insiste un Istituto Comprensivo, vi siano punti di erogazione aggregati ad Istituti Comprensivi con sede in diverso comune; prevedere che il corso di studi di ciascun grado di istruzione si svolga in un unico punto di erogazione; procedere agli accorpamenti nei confronti delle scuole che presentano parametri inferiori alla normativa vigente; la fusione degli istituti di secondo grado deve realizzarsi preferibilmente tra istituti di istruzione di secondo grado tra loro omogenei per ordine e tipo.

La Regione – aggiunge Cifarelli – intende pervenire ad un assetto della rete scolastica che tenga conto della collocazione geografica, delle strutture fisiche e delle dotazioni infrastrutturali, funzionali alla graduale costruzione di un’offerta formativa di qualità, per il conseguimento di un più elevato successo scolastico e formativo, che sia frutto di forte interazione con il contesto socioeconomico e tenga conto delle peculiari vocazioni e potenzialità del territorio e della domanda espressa dal mondo del lavoro. Inoltre – conclude Cifarelli – con il dispositivo approvato dalla Giunta si vuole favorire una programmazione della rete scolastica territoriale e dell’offerta formativa, contemperando l’esigenza di contenimento e razionalizzazione della spesa nazionale per il sistema scolastico con l’obiettivo di migliorare sia la qualità del servizio d’istruzione che l’efficienza e l’efficacia dello stesso”.

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