Appello al Ministro dei docenti abilitati con TFA. Prove del concorso troppo ardue rispetto alla formazione offerta dal MIUR

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L’associazione A.D.A.M., composta da docenti abilitati con Tirocinio Formativo Attivo e collocati in seconda fascia delle graduatorie d’istituto, lancia un appello alla Ministra Stefania Giannini, al premier Matteo Renzi e al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione in merito all’imminente bando di concorso per l’assunzione di oltre 63mila docenti per le Scuole di ogni ordine e grado.

L’associazione A.D.A.M., composta da docenti abilitati con Tirocinio Formativo Attivo e collocati in seconda fascia delle graduatorie d’istituto, lancia un appello alla Ministra Stefania Giannini, al premier Matteo Renzi e al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione in merito all’imminente bando di concorso per l’assunzione di oltre 63mila docenti per le Scuole di ogni ordine e grado.

Le indiscrezioni sul contenuto del bando, circolate negli ultimi giorni e alimentate dalle pubbliche dichiarazioni della Ministra, hanno generato il panico fra i docenti di seconda fascia: conoscenza di una lingua straniera di livello B2 fra i requisiti minimi per la partecipazione; valorizzazione delle conoscenze CLIL; accorpamento in extremis di classi di concorso, con conseguente estensione dei programmi oggetto di prova; prove disciplinari nozionistiche. Il quadro che emerge – sotto molti aspetti umiliante – è il seguente: docenti già professionalizzati, formati mediante un sistema di abilitazione ancora in vigore (ricordiamo che a breve verrà bandito un nuovo ciclo di TFA), saranno sottoposti per l’ennesima volta all’accertamento di conoscenze disciplinari; essi dovranno per di più misurarsi con un concorso strutturato secondo regole del tutto inedite, e che saranno rese pubbliche a soli due mesi dallo svolgimento delle prove scritte.
Da un lato appare chiara la filosofia delle dichiarazioni della Ministra, la quale vorrebbe intestare al proprio Ministero l’introduzione di una serie di novità che secondo lei innalzeranno il livello di qualificazione del corpo docente; occorre tuttavia sottolineare che tali innovazioni strutturali delle selezioni concorsuali, oltre che tardive, sono del tutto irragionevoli rispetto alla formazione che il MIUR stesso ha offerto fino ad oggi ai docenti che saranno titolati a partecipare al concorso. Non dimentichiamo, infatti, che è ancora in corso un TFA per la specializzazione sul sostegno. Del resto si ricorda alla Ministra ed al Ministero che solo poche settimane fa il Governo in carica aveva lasciato intendere progetti ben diversi sullo svolgimento del concorso: non è certo passata inosservata l’approvazione delll’ODG n° 9/02994-B/079 (presentato dalla deputata Malpezzi e recentemente rilanciato dai parlamentari PD nelle commissioni Cultura), secondo il quale il carattere straordinario del concorso in discussione richiederebbe la valutazione delle competenze didattico-metodologiche possedute dai candidati, piuttosto che le già verificatissime nozioni.

Per questi motivi, il direttivo dell’A.D.A.M. si è preoccupato di far pervenire al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione le seguenti mozioni, che si segnalano anche alla Ministra Giannini come indirizzi improntati ad assoluta ragionevolezza per il prossimo concorso a cattedra:

1) i tempi tra la pubblicazione del bando e l’espletamento delle prove siano più distesi di quanto le recenti dichiarazioni abbiano lasciato intendere, anche in considerazione del neo-approvato riordino delle classi di concorso;
2) nel caso in cui le prove risultino strutturate in maniera inedita rispetto a quanto disposto nei passati concorsi, il Miur fornisca ai candidati, con un anticipo temporale adeguato, degli esempi di quesiti già svolti, come modello per la preparazione;
3) i programmi siano organizzati in ambiti disciplinari: laddove è prevista la fusione di più cdc, le prove vertano sugli argomenti in comune tra i programmi delle vecchie classi;
4) l’accertamento delle competenze linguistiche sia effettuato secondo le modalità già previste in passato: i docenti abilitati non sono stati formati per padroneggiare in lingua straniera il proprio ambito disciplinare o didattico-metodologico (che richiedono come è noto il possesso di un lessico specifico, di certo non acquisibile in soli 2 mesi); dovrebbe essere carico del MIUR richiedere l’acquisizione di tali competenze linguistiche dopo l’eventuale assunzione, ad esempio mediante la certificazione del livello B2 durante o alla fine dell’anno di prova.
5) la valutazione dei candidati sia effettuata da commissioni miste, formate da docenti scolastici con esperienza pluriennale, presiedute da un docente universitario e/o da un rappresentante del MIUR. In ottemperanza ai principi di trasparenza e imparzialità, potrebbe essere adottata la prassi in vigore per i concorsi di avvocatura, ad esempio con le correzioni delle prove fatte da docenti di regioni diverse (controlli incrociati a sorteggio), cosa possibile visto che si prevede la formula “computer based” per la prova scritta; oppure le commissioni potrebbero essere composte da docenti di altre regioni; ad ulteriore garanzia potrebbe essere introdotto un principio di conflitto di interesse per i docenti del TFA/PAS (in sostanza se un docente è stato presidente di uno di questi corsi non dovrebbe essere commissario in quella regione).
6) la conoscenza della legislazione scolastica, se inserita all’interno dei programmi di preparazione al concorso, rientri fra gli argomenti della prova orale;
7) inoltre, per non penalizzare ulteriormente i colleghi abilitandi, il termine per il conseguimento dei requisiti di partecipazione coincida con la data di svolgimento della prova scritta, piuttosto che con la chiusura del bando di concorso;
8) in merito alla valutazione dei titoli, sia fatto salvo il riconoscimento dato alle abilitazioni con selezione in ingresso.

Infine ricordiamo sempre e comunque alla Ministra e al Premier, al Governo come a qualsiasi altro interlocutore istituzionale, politico e sindacale, che gli abilitati di seconda fascia hanno diritto alla stabilizzazione e che questo Governo sta violando l'Articolo 3 della Costituzione non riconoscendo loro gli stessi diritti goduti dai docenti inseriti in GaE.

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