Ape volontaria per andare in pensione prima. Requisiti, rata e durata del prestito

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Anief – «Con il decreto firmato oggi sull’Ape volontaria molti italiani potranno andare in pensione prima. Ne potranno usufruire i lavoratori dipendenti pubblici e privati, i lavoratori autonomi e iscritti alla gestione Separata dell’Inps». Lo ha scritto su Facebook la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.

 «Una misura prevista nei MilleGiorni – ha aggiunto Boschi – frutto dell’ascolto delle necessità di tanti cittadini. C’è una politica che parla e una politica che fa del suo meglio per portare #avanti ogni giorno un vero cambiamento nella vita delle persone». Va ricordato che devono essere ancora sottoscritte le convenzioni con Abi e Ania relative, rispettivamente, al prestito erogato al futuro pensionato per finanziare l’anticipo e alla polizza che copre il caso morte, a fronte del decesso del pensionato prima di aver completato il rimborso del finanziamento (il piano di ammortamento è di 20 anni, con possibilità di restituzione anticipata). I decreti per l’Ape social (disoccupati e disabili con almeno 63 anni e con ammortizzatori sociali esauriti) e per i lavoratori precoci con almeno 41 anni di contributi sono stati firmati invece dal premier lo scorso 22 maggio.

Si ricorda che attualmente l’Ape volontaria assume lo status di misura sperimentale e che i termini di fruizione sono compresi tra il 1° maggio 2017 (data, trascorsa, del teorico via all’istituto) al 31 dicembre 2018. Considerata la velocità con la quale sono stati varati i decreti relativi all’Ape sociale, si potrebbe porre una riflessione sul fatto che il Governo voglia far passare tale riforma come strutturale, finalizzata a una possibile introduzione a tempo indeterminato dell’Ape volontaria all’interno del sistema-previdenza italiano.

Su questi importanti provvedimenti il Presidente nazionale Anief e membro confederale Cisal Marcello Pacifico si è espresso affermando che: “Non si tratta, di certo, di proposte da accettare a occhi chiusi: alla resa dei conti, stiamo parlando di un ammortizzatore sociale, un ponte verso la pensione che il beneficiario dovrà pagare a carissimo prezzo”. “Non dimentichiamo inoltre – continua il presidente Anief – che le pensioni attuali e future sono state già penalizzate dal nuovo modello di calcolo contributivo: ridurle di un importo così importante, significa portarle abbondantemente sotto i mille euro e sempre più vicino all’assegno sociale. Ovvero, lavorare e pagare contributi per quasi 40 anni, per poi ritrovarsi in mano poco più di chi non ha svolto nemmeno un giorno di lavoro. E che dire degli effetti devastanti sul fronte dei servizi? Nella scuola, ad esempio, abbiamo già oggi il corpo docenti più vecchio (3 su 4 hanno oltre 50 anni, il doppio dell’area Ocse) e malpagato (meno di 30mila euro lordi l’anno). A breve – conclude Pacifico – raggiungeremo un record inarrivabile”.

I requisiti per la richiesta
I capisaldi dello strumento sono già stati previsti con la scorsa legge di Bilancio.
Al momento della richiesta bisognerà avere almeno 63 anni di età, 3 anni e sette mesi di distanza massima dalla pensione di vecchiaia, 20 anni di contributi.

La rata per il prestito
Chi vorrà usufruire dell’anticipo pensionistico volontario pagherà una rata sulla pensione netta futura da un minimo del 2% fino al 5-5,5% medio annuo, ma il valore netto sarà inferiore grazie al credito d’imposta previsto in legge di bilancio (che può arrivare fino al 50% dell’interesse sul finanziamento e sul premio). L’obiettivo sarebbe arrivare a un Taeg pari al 3,2 per cento.

L’iter per accedere al prestito

Una volta chiesta la certificazione della pensione futura all’Inps il lavoratore avrà informazioni su banche e assicurazioni aderenti all’iniziativa e sottoscriverà online la proposta e la quantità prescelta di Ape.

La durata e le clausole del prestito

Il prestito viene erogato in rate mensili mentre all’età di vecchiaia l’Inps erogherà la pensione al netto della rata di ammortamento inclusiva di restituzione del capitale, interessi e assicurazione. Se il pensionato muore prima di aver finito di restituire il prestito l’assicurazione paga il debito residuo e l’eventuale reversibilità viene corrisposta senza decurtazioni. Dopo 20 anni dal pensionamento si completa la restituzione e la pensione torna al livello normale.

Si ricorda che Anief ha siglato una convenzione con il Centro servizi Cedan, società autorizzata a erogare, per mezzo della confederazione Cisal, servizi di Caf e patronato.

“Presso gli sportelli del giovane sindacato, – commenta il prof. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, sarà possibile tramite i referenti Cedan, conoscere le ultime novità sul panorama fiscale e previdenziale, in modo da fornire agli associati un servizio utile che possa permettere di affrontare un’eventuale scelta con consapevolezza”.

Il sindacato ricorda che è sempre possibile chiedere una consulenza personalizzata a Cedan, per sapere se si ha diritto ad andare in quiescenza prima dei termini contributivi e di vecchiaia previsti dalla legge e per scoprire il valore dell’assegno pensionistico, oltre a ulteriori servizi. Per contatti, ci si può collegare al sito internet. Per avere tutte le indicazioni necessarie è possibile anche scrivere una e-mail all’indirizzo [email protected], oppure chiamare al numero telefonico 091.424272 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e il mercoledì dalle ore 14.00 alle ore 18.00.

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