“Alzati Italia, Alzati!” Questo la lunga battaglia degli abilitati II fascia gi per la difesa di quello che è un loro diritto: l’inserimento per merito nelle GAE

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MIDA precari –  A quasi due anni per molti di noi da un’abilitazione resa quasi inspendibile; ad un passo da una certezza mai resa effettiva per molti altri DM dell’ingresso in GAE;  ad una sofferente preghiera per molti altri colleghi rimasti fuori per poco dai corsi abilitanti ed ora considerati quasi inesistenti (III fascia gi), molto si è fatto e nulla è stato riportato dai mass media, né preso in considerazione dai nostri politici.

MIDA precari –  A quasi due anni per molti di noi da un’abilitazione resa quasi inspendibile; ad un passo da una certezza mai resa effettiva per molti altri DM dell’ingresso in GAE;  ad una sofferente preghiera per molti altri colleghi rimasti fuori per poco dai corsi abilitanti ed ora considerati quasi inesistenti (III fascia gi), molto si è fatto e nulla è stato riportato dai mass media, né preso in considerazione dai nostri politici.

Convegni organizzati durante tutto l’arco di questo anno e mezzo, scioperi indetti, manifestazioni con cospicue partecipazioni, colloqui a cui colleghi hanno partecipato con sacrifici economici, personali e grandi spostamenti, per poi ottenere solo umiliazioni, offese e un piano che volenti o nolenti, QUALORA PASSASSE, lascerebbe a casa molti di noi. EBBENE QUESTO PIANO NON PUÒ E DEVE PASSARE!

Il 12 Gennaio colleghi di tutta Italia hanno affollato le scalinate del MIUR per ribadire nella manifestazione indetta da Adida e Mida precari (insieme alle forze politiche presenti e ai sindacati che hanno voluto affiancarli)  che il concorso così come immaginato non si confà alla carriera già avviata di migliaia di colleghi, LAUREATI, ABILITATI, VINCITORI DI RICORSI ALCUNI, E DA ANNI IMPIEGATI PROPRIO DA QUESTO STATO A RICOPRIRE INCARICHI ANNUALI. Per tutta risposta abbiamo ottenuto il deplorevole silenzio di una stampa per lo più asservita e l’ articolo di Faraone che come un mantra ha continuato a parlare del concorso e delle sue modalità di esplicazione. 

Come se nulla fosse, ci sentiamo raccontare ancora una volta la favola dell’albero dagli zecchini d’oro. E quindi: Poco più di 60.000 posti garantiti, sparsi per l’Italia, di cui ancora non si ha piena certezza. Computer based, 8 domande aperte di cui 2 in inglese, il tutto da fare a cavallo tra febbraio e marzo per quanto riguarda la prova scritta (tanto chi è che lavora? E seppure si lavorasse, noi tutti siamo disposti a giocarci la nostra carriera come un terno al lotto “se la va bene, altrimenti pazienza!” ). A giugno (magari, nel pieno degli scrutini e/o esami) gli orali, per poi vedere se lo sbarramento posto al 10% di idoneità lascerà passare qualche altro tra  gli abilitati II gi (calcolati già in 80.000) ed i residuali gae rimasti fuori dal piano assunzioni di quest’anno (piano a cui gli abilitati gi non hanno avuto possibilità di partecipare per una questione meramente di anno di abilitazione, pur avendone PIENO DIRITTTO dal momento che in Italia “la legge è uguale per tutti”). 

E questo sarebbe il grande piano per risolvere il precariato in Italia, sulle spalle e sulla pelle di tutti noi? perché non migliorare le condizioni e la qualità della scuola, creando semmai nuovi posti di lavoro? Perché umiliare il sistema scolastico pubblico? Il numero degli alunni per classe è per caso diminuito? Il potenziamento tanto auspicato viene correttamente utilizzato o calcolato in base alle reali esigenze sociali delle comunità in cui sorgono le scuole? Questo PTOF ha la minima idea di che cosa possa essere necessario in termini di risorse umane, oltre a conteggiare solo budget da far recapitare ai dirigenti?

Ebbene non siamo disposti ancora a chinare la testa; non siamo disposti a tacere: siamo abituati a fare della parola strumento di lavoro e comprensione. Non ci siamo spaventati dinanzi al contenuto dell’articolo apparso su OS, semmai ci siamo ancora di più esasperati e convinti che bisogna scendere in piazza;  che bisogna arrivare alle persone di buonsenso e farle ragionare;  che bisogna ristabilire lo Stato di diritto che non leda le tasche degli italiani e che garantisca a tutti noi quello che ci siamo sudati! Anche la delegazione ricevuta al MIUR a fine manifestazione ha ottenuto poche risposte ma ha ribadito che, pur essendo i tempi limitati, è la volontà politica su cui bisogna far breccia. La politica può cambiare questo stato di cose; può fare atto di umiltà e riconoscere le storture della 107/15. La politica può farsi garante di equità e giustizia riaprendo le GAE ed inserendo di diritto e a pettine tutti gli abilitati II gi. Essa può tramite un concorso per soli titoli rendere ciò che spetta di diritto a migliaia di LAUREATI e ABILITATI. Questo governo può ridare la speranza ai colleghi di III fascia, non facendogli sentire l’umiliazione di essere usati (ci sono colleghi non abilitati, chiamati a ricoprire cattedre di potenziamento, altrimenti vuote) e poi mandati a morire! I corsi abilitanti per la III fascia gi sarebbero utili anche alle casse dello Stato e a chi lavora nel mondo della preparazione professionale e darebbero la possibilità a tanti colleghi di ottenere il riconoscimento di un’abilitazione. 

 Questo governo si è reso colpevole già di aver negato a tutte queste persone il pieno diritto di poter partecipare anch’essi al piano di assunzione straordinario (vi erano tutti i presupposti per poterlo fare). Non si renda anche colpevole di un eccidio culturale, nazionale e professionale! I cittadini devono poter sentirsi garantiti dal proprio Stato e da chi lo governa: chiediamo alla politica e a questo governo di non offendere oltremodo il senso dello Stato e della democrazia italiana. Ridateci quello che ci spetta!                          

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