Alternanza scuola-lavoro, in estate soprattutto per alunni istituti tecnici e professionali

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comunicato Skuola.net – Un piccolo esercito è pronto a partire. Qualcuno lo ha già fatto. Sono i ragazzi dell’alternanza scuola lavoro che svolgono il periodo di tirocinio curriculare – previsto dalla riforma ‘La Buona Scuola’ – tra giugno e agosto. Perché, se la maggioranza degli studenti (il 56%) è passata per l’esperienza di alternanza durante l’anno scolastico, c’è un’altra metà che va a ‘farsi le ossa’ durante le vacanze (in particolare quelle estive). Tra questi, il 28% ne svolgerà solo una porzione durante la pausa, ma il 16% – più di 1 studente su 6 – esaurirà il monte ore esclusivamente in questo periodo. E, volendo tirare le somme, i vantaggi di andare in azienda senza l’ansia dei compiti e delle interrogazioni ci sono eccome. Basta osservare i giudizi di circa 4500 studenti di terza e quarta superiore, per i quali l’alternanza è ormai obbligatoria.

Come prevedibile, le cifre si gonfiano notevolmente se ci concentriamo sui ragazzi degli istituti professionali e di quelli tecnici. Tra quest’ultimi, ad esempio, è circa un terzo (il 30%) a svolgere l’alternanza nella pausa dalla didattica. Ma il dato che balza più di tutti agli occhi è il 54% di studenti dei professionali (con in testa l’alberghiero) che rinuncerà a una parte di vacanze per formarsi in azienda. Del resto, l’estate è tempo di viaggi, la stagione in cui la gente passa più tempo fuori di casa. Le strutture ricettive – ristoranti, alberghi e tutte quelle realtà che sono sbocchi naturali dei percorsi professionalizzanti – hanno così la possibilità di insegnare molte più cose agli ‘alternanti’. L’importante è che lo facciano con criterio, senza sostituire la forza lavoro per far posto agli adolescenti. Anche perché, come ricorda il Miur, si tratta di un periodo di apprendimento e non di vero e proprio lavoro.

Per qualcuno di loro, tra l’altro, l’alternanza scuola lavoro in versione estiva potrebbe trasformarsi in un’opportunità per il domani. Almeno stando ai racconti di chi ci è già passato. Tra chi ha svolto il tirocinio dopo la fine di scuola sale la proporzione di chi passerà più di 15 giorni azienda: è il 47% degli alternanti ‘vacanzieri’ (contro una media generale del 41%). Un tempo sufficiente per capire molte più cose sulle dinamiche lavorative e per mettersi in mostra: non è un caso che circa 2 studenti su 5 – tra chi ha già svolto alternanza in pausa didattica – dicono di essere rimasti in contatti con la struttura ospitante (magari per una possibile collaborazione futura).

La conseguenza è che il livello di soddisfazione per una scelta del genere è maggiore rispetto ai coetanei che sono andati in alternanza con le lezioni in pieno svolgimento: il 64%, infatti, la rifarebbe senza problemi (negli altri periodi dell’anno la quota si ferma al 61%). Ancora una volta, i più entusiasti sono i ragazzi degli istituti professionali: quasi tutti (il 92%) non esiterebbero a ripetere l’esperienza mentre la didattica è ferma. Il motivo è presto detto: nel 57% dei casi si sono trovati ad affrontare un percorso perfettamente coerente con quanto studiato a scuola (a fronte di una media del 33%). In più, il 37% di loro non è stato semplice spettatore ma ha avuto l’occasione di cimentarsi con compiti e mansioni principali (per gli altri questo è accaduto in meno di 1 caso su 3).

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