Agesc. Bene sblocco fondi paritarie, ma libertà di scelta educativa chiede altri passi

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Ufficio Stampa AGeSC – Lo sblocco dei fondi alla scuola paritaria è una rivincita del buon senso sull’ottusità della burocrazia”.

Così si pronuncia Roberto Gontero, Presidente dei genitori di scuola cattolica,all’indomani del tanto sospirato sblocco.  Quei 500 milioni di euro erano dovuti, ancorché con grande ritardo, e non risolveranno certo il problema tutto italiano della mancanza di libertà di scelta educativa.

Si tratta infatti di soli 500 euro l’anno, rimasti congelati per 16 mesi, per l’alunno che frequenta la paritaria,  a fronte dei 9.000 euro di spese correnti per ogni alunno della scuola statale. “Io non voglio difendere la scuola cattolica – afferma Gontero – bensì il diritto costituzionale dei genitori di scegliere liberamente la scuola per i figli.

I sistemi scolastici statale e paritario devono essere virtuosamente concorrenziali. In Italia invece vince il centralismo e le scuole paritarie agonizzano. Abbiamo 35.000 alunni a rischio abbandono scolastico – sono dati Eurispes – praticamente una cittadina
di provincia che non apre mai un libro. Con questi dati, che portano al 15% l’abbandono scolastico, pure guadagnando 4 punti dal 2009 ma mantenendo il nostro Paese tra i peggiori delle 28 nazioni, l’Italia rimane lontana dall’obiettivo europeo  del 10% entro il 2020.

E nonostante ciò lo Stato lascia chiudere 350 scuole paritarie che ampliano l’offerta formativa, senza muovere un dito in difesa della libertà di educazione”. Non solo: nel nuovo modello di “Scuola al centro’  per combattere la dispersione scolastica, i finanziamenti vengono destinati solo alle sole scuole statali, ignorando di fatto  la legge dello Stato 62/2000.

In questo modello le scuole paritarie e quindi studenti e famiglie non hanno un ruolo, anzi vengono discriminate perché non statali. Alla fine il vincolo economico penalizza ancora una volta la famiglia, tartassata e dimenticata, cellula fondamentale su cui si fonda la nostra Repubblica, e che invece viene minata dall’affermazione di altre formazioni sociali, in una confusione indescrivibile di modelli.

‘Non bastano i fertility day – continua Gontero – per smettere di essere un Paese per vecchi. Un Paese dove chi chiede di vedere applicata la libertà di scelta educativa e un sistema scolastico pluralistico, viene confuso con chi chiede privilegi.  ‘Non sono privilegi quelli che chiediamo – conclude Gontero – bensì diritti negati, in una Repubblica ancora malata di statalismo e di scarsa libertà’.

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