Abolizione compiti per casa, due notizie per la Ministra: gruppo FB dedicato, scuole a tempo pieno. Lettera

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La Ministra Fedeli (MIUR) ha auspicato l’adozione di programmi e lo svolgimento di attività che evitino di “caricare ulteriormente a casa di compiti i ragazzi”, precisando, successivamente: “Devo anche far mettere le scuole nella condizione di non far svolgere i compiti a casa, altrimenti rischio di fare un danno agli studenti.”

Ebbene, ci sono ottime notizie per la Ministra, che mostra sensibilità, non solo pedagogica, e contezza di un problema molto grave pressoché ignorato dagli “addetti ai lavori”.

Prima notizia.

In Italia esiste un gruppo Facebook, “Docenti e Dirigenti a Compiti Zero”, che ha raccolto più di 300 adesioni, al quale sono iscritti insegnanti di ogni “ordine e grado”, licei compresi; docenti di discipline diverse, il quotidiano impegno dei quali costituisce la “prova vivente” e inoppugnabile della possibilità di fare scuola, già adesso, senza assegnare compiti; docenti che da anni hanno superato questa pratica arcaica e screditata da studi ormai classici, archiviata dalle scuole migliori d’Europa (un esempio per tutti, la Finlandia) con esiti più che soddisfacenti, in ogni senso – alcune testimonianze delle loro esperienze sono riportate nell’Ebook: “I compiti fanno male”.

Seconda notizia.

In Italia operano moltissime scuole a tempo pieno che impegnano gli studenti della scuola primaria per 8 ore al giorno, per 40 ore settimanali (il doppio delle scuole finlandesi e per più giorni l’anno) nelle quali sono assegnati compiti a casa quotidianamente e nei week end (oltre, naturalmente, ai famigerati “compiti per le vacanze”): dopo 8 ore di forzata immobilità, bambini di 6-11 anni, che avrebbero tanto più bisogno di giocare, ricrearsi, riposare, coltivare interessi e passioni, sono costretti a un impegno estenuante e dissennato che sortisce il solo effetto di rendere odioso lo studio e repellente la scuola; ebbene, almeno in questo tipo di scuole la “condizione di non far svolgere i compiti a casa” è già ampiamente garantita (nemmeno dovrebbe porsi il problema, per ovvie ragioni di igiene fisica e mentale).

Si può, dunque, procedere rassicurati dall’esperienza delle migliori scuole del mondo, ma soprattutto dagli esiti scolastici di molti studenti, italiani, i docenti dei quali non assegnano compiti per le ragioni riportate nella petizione: “Basta compiti!”, lanciata sulla piattaforma online change.org che ha superato le 23 mila adesioni.

Maurizio Parodi

Dirigente scolastico

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