51% studenti lezioni al via con cattedre scoperte. Secondo web survey di Skuola.net. Situazione peggiore in Tecnici

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A settembre quasi la metà degli studenti non aveva tutti i docenti al proprio posto. E’ quanto emerge da una web survey di Skuola.net su circa 3.800 studenti di Medie e Superiori.
Il giorno della prima campanella non pochi studenti hanno trovato sorprese, a partire dagli avvicendamenti, cattedre lasciate vuote da precari che erano riusciti ad avere una sede definitiva o dall’arrivo di un nuovo supplente. Solo il 30% sostiene di non aver effettuato cambi, mentre un altro terzo degli studenti ha confermato di aver visto avvicendarsi più di
tre professori. Nel 19% dei casi c’è stata ‘solo’ una sostituzione, due nel 18%.

“Nonostante un piano di assunzioni mai visto da almeno vent’anni a questa parte, le ben note vicende degli ultimi mesi (ritardi concorsone, trasferimenti mal digeriti perché logisticamente complessi) ci restituiscono – osserva il portale – un quadro simile a quanto rilevato da Skuola.net a inizio anno scolastico 2014-2015. All’epoca il 31% degli studenti dichiarava di avere 3 o più docenti nuovi rispetto all’anno precedente, e almeno uno per il 70% degli intervistati”.

Tutto questo ha influito sul regolare svolgimento della didattica, a partire dall’inizio ufficiale delle lezioni, che per metà degli studenti (il 51%) pare abbia preso il via con cattedre scoperte. Le scuole medie sono quelle che hanno avuto meno problemi, peggio invece è andata agli studenti degli
istituti tecnici e professionali.

A metà ottobre, le cose gradualmente tornano alla normalità, anche se circa 4 studenti su 10 affermano che nella propria classe ci sono ancora cattedre senza professori. La situazione peggiore si riscontra di nuovo tra gli studenti frequentanti il biennio dei tecnici e dei professionali.

Ma come si sono organizzati nelle scuole dove a un mese dall’inizio non tutti hanno avuto la fortuna di avere in classe il docente? Il 34% dei ragazzi (particolarmente delle medie) dice di aver fatto lezione con altri professori della scuola, ma il 38%, più di 1 su 3, afferma che in classe durante le ore di ‘buco’ non si svolge alcuna attività. Il 28%, invece, entra dopo oppure esce prima, quando le lezioni non sono coperte dal docente (pratica diffusa, sembra, soprattutto ai tecnici e ai professionali).

“C’è da notare che i problemi maggiori ci sono stati soprattutto al Centro-Nord – sottolinea Mario Rusconi, vice-presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio – questo perché i precari che sono stati immessi in ruolo sono stati assegnati in gran parte in scuole del settentrione. Anche stavolta, però, il Governo ha concesso un’ulteriore proroga cosicché i docenti del Sud potranno rimanere provvisoriamente nelle loro zone per un altro anno scolastico.

ndubbiamente allontanarsi da casa rappresenta un problema sociale ma le
esigenze di organico sono soprattutto dal Lazio in su. Gli insegnanti del  ezzogiorno, prima o poi – conclude – dovranno
farsene un ragione”.

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